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«Stiamo parlando di un singolo caso: non approfittiamone in modo strumentale per squarciare una prospettiva ben più ampia». Dopo Luigi Di Maio e Matteo Salvini, anche il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, parla della possibilità di concedere la cittadinanza a Rami, il ragazzo di origini egiziane che pochi giorni fa ha di fatto salvato la vita ai passeggeri dello scuolabus dato alle fiamme a San Donato. Ma un conto è premiare un gesto eroico e un conto è discutere di ius soli, è il ragionamento del premier, che non rientra nel contratto di governo. «Mi farà piacere incontrare i piccoli eroi e sicuramente, come detto anche dai ministri competenti, sarebbe bello dare questo riconoscimento», continua Conte, riferendosi alla concessione straordinaria della cittadinanza proposta dal capo politico del Movimento 5 Stelle. «E mi sembra che anche Matteo Salvini stia istruendo la questione», aggiunge il capo del governo. In effetti, la “macchina” per premiare il 12enne di origine egiziana si è già messa in moto: dalla prefettura di Cremona si è attivata, chiedendo al Comune di Crema la trasmissione del certificato di nascita del ragazzino.
L’importante, per il governo del cambiamento, è però non andare oltre, limitarsi al “premio” da assegnare al gesto eroico.
«Oggi lo ius soli non è nell’agenda del governo, questi temi sono da affrontare a livello europeo, se vogliamo affrontare il tema della cittadinanza europea tutti gli Stati insieme per me va bene», mette subito in chiaro il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Di Maio, prima di lanciare una piccola sfida all’alleato, aprendo un focus sulla necessità di garantire la sicurezza ai cittadini. Nel presentare il progetto a cui lavora da tempo la ministra della Difesa, Elisabetta Trenta, il capo politico pentastellato parla di una «Grand strategy, che si sviluppa in un documento strategico che indirizza in prospettiva, nel futuro, le esigenze di sicurezza del paese in virtù delle nuove minacce. Questo fa un governo: previene, o prova a farlo nel migliore dei modi e lavoreremo compatti perché anche su questo fronte l’Italia possa compiere un ulteriore passo avanti». Prevenire è meglio che reprimere, sembra suggerire Di Maio a Salvini, che a sua volta replica: «Non sono geloso chiunque dia un contributo a migliorare la sicurezza del nostro paese è il benvenuto e quindi le porte del Ministero sono aperte a chiunque voglia dare un contributo», dice il segretario del Carroccio a proposito del progetto sponsorizzato dal Movimento. «Mi tengo ben stretto il modello sicurezza del mio paese. Poi non si finisce mai di imparare e se qualcuno ha idee da portare al ministero, è il benvenuto», dice.
E mentre i soci di governo si stuzzicano sulla sicurezza, i ragazzini scampati al rogo di San Donato rimettono con prepotenza al centro del dibattito il tema della cittadinanza. Perché sull’autobus impazzito non c’era solo il piccolo Rami senza documenti italiani. Anche Adam, studente di origine marocchina, ha contribuito a evitare la strage. Adesso i suoi genitori chiedono che anche a lui venga riservato lo stesso trattamento dell’altro ragazzo. «Sono contenta per Rami, non chiedo cittadinanza per me e per la mia famiglia, ma se la cittadinanza la danno anche ad Adam sarà una bella cosa per lui», dice la mama del piccolo eroe, convinta che anche suo figlio meriti il premio più ambito. «Non lo dico io, lo dicono le registrazioni che ha fatto Adam. Comunque i bambini sono tutti eroi, sono tutti stati bravi. C'è stata anche una bella collaborazione», continua la signora. «Ho ricevuto la prima chiamata da mio figlio, la seconda quando ero dai carabinieri quando mio figlio mi ha detto “mamma siamo davanti al ristorante La fabbrica dei sapori”, perciò Adam ha detto anche il posto». Questi ragazzi, spiega la mamma di Adam, «sono cresciuti qua, hanno frequentato la scuola qua, l'Italia è il loro Paese». La risposta di Salvini arriva a stretto giro: «Vi farò sapere nelle prossime ore. Sarebbe più facile dire è fatto tutto, regalo tutto a tutti», dice il ministro dell’Interno. «Stiamo facendo le verifiche del caso, quindi nelle prossime ore spero che questi ragazzi abbiano il loro giusto riconoscimento». Nessuno però parli di ius soli.