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Virginia Raggi allontana da sé ogni sospetto di scarsa trasparenza con un post sul Blog di Beppe Grillo. Il giorno dopo il presunto “polizzagate”, la sindaca contrattacca: «Non ho ricevuto un solo euro e sto valutando con i miei avvocati di querelare chiunque in queste ore anche sui giornali - inventi o ipotizzi che io possa aver ricevuto un vantaggio da questa operazione, a me totalmente ignota sino a ieri pomeriggio». Raggi sa che la Procura non le contesta alcun reato rispetto all’assicurazione di cui è beneficiaria e vuole evitare «qualsiasi strumentalizzazione. Basta gossip. Sono sindaco di una Capitale che deve rinascere». La sindaca - che nel pomeriggio va da Enrico Mentana per registrare la puntata di Bersaglio Mobile, in onda su La7 - si mostra serena: gode ancora della fiducia del Movimento 5 Stelle e di Beppe Grillo in persona. E in mattinata, prima di entrare in Comune, trova anche la forza per ironizzare con i cronisti su tutta la vicenda: dice di aver sentito il Garante che le ha assicurato «che farà polizze per tutti». Il giorno dopo l’interrogatorio fiume di otto ore, dunque, la questione sembra sgonfiarsi. Ma il clima all’interno del partito è tutt’altro che rilassato. I malumori, però, sono stati silenziati e nessuno rilascia dichiarazioni sul caso.
Anche le pagine Facebook dei big più ostili all’avvocata romana rimangono dormienti. Conseguenza del nuovo editto del leader genovese che ha imposto agli eletti di concordare con lo Staff persino i post pubblicati sui social network, pena le pesanti sanzioni previste per chi sgarra. I “duri e puri” Roberto Fico, Roberta Lombardi, Nicola Morra, Carla Ruocco, dunque, non si lasciano sfuggire nemmeno una battuta.
Chi parla, invece, è Salvatore Romeo, il protagonista del caso che ha generato ulteriore scompiglio in casa 5 Stelle: «Non avendo moglie né figli, ho indicato fra i beneficiari delle polizze, sempre e solo in caso di mia morte, le persone che più stimo. E fra queste c’è anche Virginia Raggi», scrive su Facebook. «Ho stipulato diverse polizze vita perché offrivano un rendimento certo. Inoltre queste polizze mi offrono, come a tutti gli investitori, la possibilità di incassare il capitale con un riscatto totale o parziale in caso ne abbia bisogno», dice l’ex capo della segreteria politica della sindaca.
Romeo avrebbe scelto di inserire Raggi tra i beneficiari per un legame di «grande stima e amicizia», nulla di più.
Ma per gli avversari politici queste argomentazioni non bastano. L’occasione per attaccare il Movimento 5 Stelle è troppo ghiotta: dal Pd a Forza Italia, passando per FdI e de Magistris è un fuoco incrociato. «Beppe Grillo pensa di cavarsela con una battuta ' farò polizze per tutti'. Fossi in lui starei più cauto. Perché quanto sta emergendo richiede ben altre spiegazioni», scrive su Facebook il presidente del Pd Matteo Orfini, che poi chiede chiarimenti: «Deve spiegare Virginia Raggi le ragioni di questi intrecci tra nomine, soldi, potere, interessi. Un quadro coperto in questi mesi da un velo di omertà con il consenso complice dei capi del Movimento 5 stelle». Unica voce fuori dal coro, i Radicali che - pur contestando a Raggi un’incapacità amministrativa - col segretario Riccardo Maggi si scagliano contro quella che definiscono una parabola giustizialista: «Dalla pubblicazione di chat e intercettazioni senza rilevanza penale alla diretta online degli interrogatori: è il trionfo definitivo del voyeurismo giustizialista che seppellisce gli interessi della città e le prerogative della politica».