«A Bruxelles le porte sono aperte per eventuali emendamenti, che però devono essere circoscritti e giustificati. Dove non possiamo essere flessibili è sulle riforme - concorrenza, giustizia, lavoro nero - perché queste dipendono dalla volontà politica e non da una circostanza oggettiva che lo impedisce. Le correzioni vanno fatte in corsa e quindi invito tutti a pigiare sull’accelerazione». È l'avvertimento sul Pnrr del commissario Ue agli Affari economici, Paolo Gentiloni, intervistato a Mezz’Ora in più su Rai 3. «Fin’ora abbiamo erogato 137 miliardi di euro» sul Pnrr e di questi fondi «64 miliardi di euro sono andati all’Italia, quindi c’è grande responsabilità e il successo di questo piano dipende anche dall’Italia. E quando il Governo dice rispetteremo i tempi io ci credo», sottolinea Gentiloni. «Ho parlato con la presidente Meloni molte volte e so che» il Pnrr «è il suo assillo maggiore. C’è bisogno di crescita economica per diminuire il debito pubblico e c’è bisogno dei fondi del Pnrr per la crescita economica. Questo Piano ci consente una politiche espansiva, e il governo è consapevole che per favorire una crescita economica sono necessarie le risorse del Pnrr», spiega Gentiloni. «Siamo aperti a emendamenti» al Pnrr «ma devono essere circostanziati, non si può dire "cambiamo perché c’è l’inflazione, e concentrati sugli investimenti". Sulle riforme invece non ci sono ragioni per l’inadempienza, che non possiamo accettare», ribasisce il commissario Ue.

Legge di bilancio, mercoledì il parere della Commissione Ue

«Adotteremo mercoledì prossimo l’opinione sul bilancio italiano - le altre le abbiamo espresse il 22 novembre scorso - e non posso anticipare giudizi» ma «l’Italia ha scelto di andare nella direzione della prudenza sui conti pubblici e questo è un fatto importante», ma «ci sono alcune misure di cui stiamo verificando la coerenza con le raccomandazione dell’Ue». «Sulla legge di bilancio il ritardo è giustificato perché il governo si è insediato a ottobre - prosegue -, ma sono certo che riuscirà a farlo approvare entro la fine dell’anno».

Pos e tetto ai contanti, Gentiloni: «La soglia contraddice gli impegni del Pnrr»

Riguardo il limite a 60 euro ai pagamenti con il Pos, «va sottolineato non solo l’invito dell’Ue a incentivare pagamenti e fatturazioni elettroniche, ma anche l’impegno assunto dal governo italiano interno al Pnrr. Stiamo discutendo con le autorità italiane come gestire questa cosa, perché non possiamo prendere impegni per il Pnrr, come quello sui pagamenti elettronici, e poi contraddirle dopo pochi mesi. Su questo è in corso un dialogo con il governo», spiega ancora Gentiloni. «Il tetto massimale di 10 mila euro ai contanti è stato introdotto perché in alcuni Paesi europei non c’era: non entro nel merito delle decisioni del governo ma posso dire che la tendenza in Europa è una riduzione dell’uso di contanti». «Con la Germania, per esempio, la discussione è stata complicata ma l’hanno accettata. Questa decisione appartiene al governo italiano, mentre il tema dei pagamenti elettronici è un tema su cui le nostre raccomandazioni e il Pnrr siano abbastanza chiari e su cui dobbiamo trovare delle soluzioni», dice il commissario.

Qatargate, Gentiloni: «Danno reputazionale molto serio per il Parlamento Europeo»

Il commissario Ue commenta poi l’inchiesta belga sul cosiddetto Qatargate, il caso di sospetta corruzione dal Qatar che vede coinvolti esponenti del Pe tra cui Eva Kaili, vicepresidente del Parlamento europeo, Antonio Panzeri e Luca Visentini, rispettivamente ex europarlamentare e segretario generale dell’organizzazione internazionale dei sindacati Ituc. «È un danno reputazionale molto serio per il Parlamento Europeo», dice Gentiloni. «se si confermerà che qualcuno ha preso soldi per influenzare l’opinione» su decisioni economiche e politiche del Parlamento europeo, si tratterebbe «di una delle più drammatiche storie di corruzione di questi ultimi anni». «Sono certo che il Parlamento europeo lavorerà seriamente contro» ogni forma di «corruzione». «Bruxelles sappiamo benissimo che è la città con maggiore presenza di lobby economiche, statali, Ong: tutti hanno una sede a Bruxelles. E quindi i rischi di corruzione vanno contenuti con serio lavoro del Parlamento europeo», precisa. «Sono anni che la sinistra ha compreso che la corruzione» non è appannaggio di un solo schieramento politico «ma di tutti» gli schieramenti, sinistra compresa.