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«Alternativa popolare non è sull’orlo dell’implosione. Ma si candida a dar voce a quell’area del ceto medio che non si sente rappresentata dai populismi, inseguiti dallo stesso Renzi e alleati di Berlusconi, e dalla nostalgia del ritorno in Forza Italia o all’Unione di Prodi. Detto questo, anche noi abbiamo fatto errori di staticità», parole di Sergio Pizzolante, vicecapogruppo di Ap alla Camera, molto vicino ad Angelino Alfano.
Onorevole Pizzolante, Pd e Fi vi stanno stringendo a tenaglia. Dopo le dimissioni di Costa, ieri sono arrivate quelle da sottosegretario di Massimo Cassano. Come reagite?
Questi passaggi, sono figli di una strategia congiunta del Pd e di Forza Italia di bruciare il terreno del centro. E’ destinata però a fallire. Perché non è con la campagna acquisti dell’ultimo chilometro prima delle elezioni che si può immaginare di rappresentare il voto dell’area moderata, liberale, di centro, del ceto medio che è certamente smarrito ed è in difficoltà, cerca una nuova rappresentanza politica, che però non si tradurrà mai nel seguire Costa da una parte e Bernardo dall’altra.
C’è un rischio implosione di Ap?
Questo rischio non c’è perché la fenomenologia della campagna acquisti comunque non cancella il fatto che ci sono milioni di italiani i quali né si fanno incantare dalla dinamica della paura, che oggi porta una parte degli elettori a votare per i partiti populisti e per chi insegue l’antiparlamentarismo dei populisti, né si fanno incantare da chi insegue la nostalgia del ritorno a Berlusconi o a Prodi e all’Unione.
Quindi, cosa intendete fare? Quale messaggio lancererete in questo fine settimana dalla summer school dei Giardini Naxos a Taormina?
E’ necessario costruire un soggetto politi co che sia alternativo alla dinamica della paura e della nostalgia. Il nostro obiettivo è partecipare alla costruzione di un soggetto politico alla Macron.
Ma i numeri sono un po’ impietosi: Ap nei sondaggi ha il 2,9 per cento.
I sondaggi sono impietosi anche per il Pd che è passato dal 41 al 25 per cento e si avvia a prendere il 20 e per Berlusconi che è sotto Salvini. Quindi, di cosa stiamo parlando? Se questi numeri, che sono impietosi per loro, gli ex grandi partiti pensano di recuperarli con la campagna acquisti di Costa e di Bernardo, tanti auguri.
Ma il pressing del ritorno nel centrodestra per la verità si è scatenato dopo che Renzi vi ha maltrattati usando con Alfano espressioni più pesanti di quelle di Berlusconi. Altro che mancanza del quid… Stiamo parlando di una realtà politica triste perché ci sono leader con una visione molto corta. Sia Renzi che Berlusconi dicono che il grande pericolo è il governo a Cinque Stelle ma anziché costruire sistemi di alleanza e di allargamento del proprio orizzonte politico, elettorale e programmatico fanno azioni distruttive e Opa ostili nei confronti dei partiti più piccoli. E’ miopia politica.
Quali errori vi rimproverate?
E’ del tutto evidente che se c’è uno spazio politico per un’area alternativa alle paure, ai populismi e anche alla nostalgia, significa che non abbiamo saputo rappresentarla. Se ci sono milioni di italiani di ceto medio delusi che si astengono o votano i Cinque Stelle è chiaro che abbiamo commesso errori.
Voi avete insistito sul senso di responsabilità beccandovi sempre l’accusa di poltronismo. Sarebbe stato meglio far cadere il governo?
No, noi siamo nati per un gesto di responsabilità che è stato quello di tenere in vita il governo del Paese nel momento in cui l’alternativa sarebbe stata il disastro e cioè andare al voto anticipato senza una legge elettorale. Quindi, io ho l’orgoglio di quella scelta. Essendo nati con un gesto di responsabilità non potevamo chiudere con un gesto di irresponsabilità. Detto questo, l’eccesso di responsabilità è diventato per lunghi tratti staticità.
Dovevate essere di lotta e di governo?
Dovevamo essere più arcigni nel difendere alcune battaglie di libertà e invece siamo apparsi morbidi sull’oppressione fiscale del ceto medio e anche sul tema giustizia dove sono stati fatti passi indietro.
Nel Pd Dario Franceschini sulla politica delle alleanze al centro si è dimostrato più aperto di Renzi. Avete un dialogo con lui?
Franceschini è persona seria e dice cose di buon senso. Pensa che chi ha collaborato per il buon governo non può essere preso a pesci in faccia. Ma non c’è solo lui, dalla Sicilia all’Emilia Romagna molti del Pd dialogano con noi. Ne vedremo delle belle.