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Centro di permanenza e rimpatrio (CPR) a Gjader in Albania
«I centri sono pronti e saranno molto utili per velocizzare le procedure di riconoscimento della protezione a chi ne ha diritto, ma soprattutto del rimpatrio di chi non ne ha diritto. La recente sentenza della Cassazione ha confermato la possibilità di una prossima riattivazione dei centri che valuteremo proprio a partire da questo vertice». Lo ha dichiarato il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, in un'intervista al Corriere della Sera.
Sull'ipotesi che la Corte europea possa decidere diversamente, Piantedosi ha aggiunto: «Non credo che questo potrà succedere, almeno non in termini tali da impedire del tutto che il progetto possa decollare ed essere efficace. Ho da sempre avuto fiducia nella giustizia, e il recente primo pronunciamento della nostra Cassazione me ne dà conferma. La ragione e il diritto prima o poi si affermano. E poi non dimentichiamoci che nel 2026 entreranno in vigore nuove regole europee che puntano proprio su procedure e centri di trattenimento come quelli che abbiamo realizzato in Albania, ma anche a Modica e a Porto Empedocle. Io c'ero in quel Consiglio dei ministri dell'Interno europeo nell'estate del 2023 e posso assicurare che all'epoca una scelta simile non era scontata».
Sui costi, il ministro ha precisato: «Penso che su questo si sia fatta spesso confusione. Adesso c'è solo un piccolo contingente di operatori che vigila le strutture in attesa della ripresa. Lo stanziamento di 650 milioni in 5 anni è una previsione di legge del costo massimo possibile con le strutture a regime, non è detto che corrisponderà alla spesa reale. Comunque è singolare che questa critica ci provenga da ambienti che spesso, al contrario, hanno ritenuto di censurare la presunta inadeguatezza degli stanziamenti e della qualità dei servizi che vengono resi nei centri governativi».
«Io dico che quando funzioneranno a pieno regime, i centri in Albania, al pari di quelli realizzati in Italia, potranno sul lungo periodo produrre effetti importanti soprattutto per chi viene accolto ma non ha alcuna prospettiva di integrazione. Tengo a sottolineare che per questo aspetto abbiamo ereditato un peso di circa due miliardi di euro e una gestione non accettabile. Ecco perché penso sia miope, da parte di alcuni, concentrare tutti gli sforzi politici nella acritica, pregiudiziale ed assoluta contrarietà a questo progetto», ha concluso.