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Ursula Von der Leyen (Associated Press/LaPresse)
Von der Leyen candidata e condannata. La Corte europea ha accolto il ricorso di numerosi verdi tedeschi e si è pronunciata contro la presidente uscente della Commissione europea per «mancata trasparenza» sugli accordi per la fornitura dei vaccini anti Covid. Non è escluso che la sentenza arrivata a ridosso del voto di domani a Strasburgo gonfi un po' il plotone dei franchi tiratori. Non inciderà però sulla scelta dei Verdi, che restano decisi a sostenere il ritorno di Ursula se confermerà il Green Deal. Qualche defezione ci sarà ma ci sarebbe stata comunque: su 53 deputati i voti certi sarebbero 45. Non si scioglie invece il rebus Fdi.
A Strasburgo, dietro l'eterna domanda su cosa farà FdI al momento di votare la presidenza della Commissione, va in scena una sagra dell'ipocrisia con pochi precedenti. Giorgia Meloni non vede l'ora di votare per Ursula von der Leyen. La candidata vuole a tutti i costi il voto della premier italiana. Ma trovare una giustificazione per quel voto è difficile. Non perché lo sia davvero, su due dei tre punti chiave su tre, la guerra in Ucraina e l'immigrazione, l'intesa è perfetta e basterebbe, anzi avanzerebbe, per giustificare una sorta di "appoggio esterno e non vincolante". Solo che quella giustificazione non può essere addotta perché, per von der Leyen, sarebbe il bacio della morte.
Già così i Socialisti e i Verdi, con il Pd più in sofferenza di tutti, devono bendarsi gli occhi e turarsi il naso per votare un programma sull'immigrazione che fa a pugni con tutte le loro dichiarazioni quotidiane. Si può fare finché l'incresciosa faccenda rimane sotto tono, infatti non è un caso che non ne parli nessuno. Ma se la leader di Ecr dovesse rivendicare il programma della candidata la bocciatura della medesima nel segreto dell'urna sarebbe quasi certa. E questo Meloni proprio non vuole che capiti, perché ha dubbi ed esitazioni sul suo voto, dovendo tenere conto anche dei rapporti di forza largamente sfavorevoli con il resto della destra europea. Ma che Ursula von der Leyen resti presidente invece l'italiana lo vuole assolutamente. Oggi è in Libia, per una di quelle missioni in Africa che sono la spina dorsale della politica dell'immigrazione tanto di Roma quanto di Bruxelles. Trovare un'altra presidente tanto in assonanza e tanto complice sarebbe probabilmente impossibile.
Se si considera il fatto che oggi la guerra è di gran lunga il tema principale nell'agenda europea, quello che orienta tutto il resto, e l'immigrazione il secondo diventa evidente che una nuova maggioranza allargata sia ai Verdi che ai Conservatori e cementata proprio dall'atlantismo e dal sostegno a Kiev di fatto esiste già. La pantomima delle porte sbattute in faccia a ogni destra, inclusa quella di Giorgia, è a uso interno nei vari Paesi, Italia inclusa.
Questa somma di ipocrisie, verità inconfessabili e calcoli sofisticati su cosa possa aiutare e cosa invece finirebbe solo per danneggiare Ursula ha costruito però un labirinto dal quale Meloni non riesce a uscire. FdI aveva annunciato ieri una sorta di silenzio stampa, peraltro subito violato. La scelta verrà fatta e annunciata solo stamattina, un attimo prima del voto. Nel dizionario della politica posizioni simili hanno un significato preciso: FdI aspetta il discorso della candidata attendendo un segnale che permetta di votarla anche su fronte critico del Green Deal. Lollobrigida si sarebbe probabilmente accontentato anche della promessa della von der Leyen di affrontare la riconversione ecologica «in modo pragmatico».
La premier non può essere così di bocca buona. I rapporti con la destra radicale europea, che non la impensierivano affatto sino a poche settimane fa, sono diventati un grosso problema dopo l'entrata in scena a gamba tesa di un leader abile ed esperto come Orban e con l'ombra di Trump che si allunga sempre di più. Meloni non può, o forse può solo con estrema difficoltà, accontentarsi di parole insignificanti perché così verrebbe rinchiusa a vita nel ruolo di "Phoney Meloni", Meloni la Falsa, come già viene bollata a volte nelle chat di MAGA, Make America Great Again, il cuore social del trumpismo.
I contatti con von der Leyen probabilmente sono in corso già da un po'. Ma neppure questi possono essere confessati, perché altrimenti i Verdi potrebbero ritirare il loro prezioso appoggio forte di 53 voti in Parlamento. La stessa ipoteca rende difficile, per Ursula, pronunciare una formuletta tale da poter essere addotta a a giustificazione del voto a favore da FdI. I Verdi, ma anche i Socialisti e i Liberali, la prenderebbero malissimo. Se e come Giorgia riuscirà a evadere dal labirinto, a questo punto, lo sapremo comunque prestissimo.