Dopo i fulmini di Roma, il sereno di Bruxelles. Spesso è il contrario, ma il bollettino meteo del Consiglio europeo segna una schiarita nei rapporti tra il governo italiano e le istituzioni europee, dopo le bordate in Aula della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, su Pnrr e Bce.

«Complessivamente per noi le conclusioni del Consiglio sono un’ottima base di partenza: su migrazione, su Tunisia, su flessibilità nell’utilizzo dei fondi per quanto riguarda le materie economiche, sui primi passi per un fondo sovrano europeo ci sono le posizioni italiane - ha detto Meloni - Mi pare che la bozza di conclusioni sia per noi assolutamente soddisfacente in apertura».

Il focus più importante per l’Italia si è avuto sul Pnrr, con un faccia a faccia tra il ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto, e il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni. Al centro dei colloqui, spiega una nota del Ministero, il tema del Pnrr, «alla luce dei costanti contatti in corso tra Governo italiano e Commissione Europea su terza e quarta rata, modifica del piano e capitolo integrativo RePowerEu».

Le questioni ritenute «fondamentali» da Roma, come spiegato da Meloni in Parlamento, sono la flessibilità sui fondi europei e il sostegno europeo agli investimenti strategici relativi alla transizione verde e a quelle digitale.

Per l’Italia, spiegano fonti di governo, la crescita economica rimane «presupposto fondamentale per garantire la stabilità fiscale e la parità di condizioni», che sono la base «per una riforma della governance economica ambiziosa ed efficace».

I leader dei 27 paesi membri del Consiglio europeo hanno inoltre ribadito il loro impegno a contrastare i trafficanti di esseri umani e ad affrontare le cause profonde della migrazione illegale. «Una sfida europea che richiede una risposta europea», come hanno spiegato ieri fonti della delegazione italiana, secondo le quali occorre dare «seguiti concreti» all’impulso politico dato nel Consiglio europeo straordinario dello scorso febbraio allo sviluppo della dimensione esterna della migrazione.

Il primo incontro di ieri è stato dedicato alla guerra in Ucraina, con il pranzo di lavoro al quale ha partecipato anche il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg: un incontro convocato per fare il punto sull’invasione russa e per ribadire la coesione della Comunità euro-atlantica nei confronti di Kiev, anche a seguito dei recenti sviluppi in Russia.

Poi iniziato il Consiglio vero e proprio, con i saluti della presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, secondo la quale in vista delle prossime elezioni europee, il tema della migrazione «non può essere strumentalizzato». Per Metsola «bisogna trovare un accordo prima delle elezioni» e «dobbiamo trovare una soluzione che sia umana per coloro che necessitano di protezione» ma allo stesso tempo «ferma» per chi non è idoneo.

E a proposito di questo si è parlato anche di Tunisi, e da questo punto di vista il governo di Giorgia Meloni considera «fondamentale» la stabilità di questo paese e degli altri Stati del Nord Africa sul piano politico e finanziario, nell’interesse dell’intera Europa. Oggi nuovi tavoli di lavoro su politica e estera e Cina, poi le conclusioni finali.