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Il conto alla rovescia è cominciato. Non è questione di ore ma di giorni o al massimo di settimane sì. Poi lo showdown tra Conte e Renzi sarà inevitabile, salvo improbabile retromarcia del leader di Italia viva. La giornata convulsa di giovedì va inquadrata in questa cornice, quella della scelta di fronte alla quale si sono trovati di fronte Conte e Zingaretti dopo il voto di Italia viva con l'opposizione in commissione giustizia alla camera. Senza i regolamenti di Montecitorio, va segnalato, quel voto di Iv, che ha determinato la parità sull'emendamento forzista, avrebbe comportato la fine del governo.
Solo perché alla Camera, in caso di parità, gli emendamenti vengono comunque bocciati il governo è sopravvissuto. Dunque il premier e il leader del Pd hanno dovuto sceglier tra l'opzione della salita immediata al Colle con dimissioni oppure andare avanti in modo che la responsabilità della rottura ricada tutta su Renzi.
Ha prevalso la seconda ipotesi. Il lodo Conte bis sulla prescrizione è stato inserito nella sua sede naturale, il ddl sul processo penale. La bomba è innescata: scoppierà solo in seguito a un incidente formale, quando al Senato il voto di Iv comporterà la sconfitta della maggioranza. Potrebbe succedere proprio sul ddl sul processo penale ma è probabile che l'incidente si verifichi anche prima, per esempio quando al Senato arriverà l'emendamento sulle intercettazioni. Se Iv voterà come a Montecitorio, la maggioranza andrà sotto e ci sarà il ' fatto compiuto' che Conte aspetta. Ma cosa succederà a quel punto è tutt'altro che chiaro. Conte spera nei ' responsabili': 10- 15 senatori che, pur di garantirsi il posto di lavoro, sostituirebbero i renziani. Il Pd esita. Una maggioranza già fragilissima appesa allo Scilipoti di turno desta comprensibili resistenze. La speranza è che a muoversi non siano senatori sciolti ma qualche forza politica della destra che non ha alcun interesse nel correre al voto: Forza Italia dunque. Non è un calcolo irrealistico se non fosse che il terreno dello scontro, la giustizia, è per gli azzurri il più proibitivo di tutti. Gli stessi forzisti che si riconoscono nelle posizioni di Mara Carfagna chiederebbero probabilmente un cambio di maggioranza e di premiership per supportare un nuovo governo. La sfida per la vita o per la morte fra Renzi e Conte è dunque un salto nel buio per entrambi.
Renzi però sa di avere in questo momento una carta forse fondamentale a suo vantaggio. Votare subito è, se non impossibile, almeno molto improbabile e il capo dello Stato lo ha chiarito allo stesso premier. Arrivati a poco più di un mese dal referendum che renderà operativa la riforma costituzionale con il taglio dei parlamentari sciogliere la legislatura sarebbe per Mattarella la peggior opzione immaginabile. Ma il referendum si trascina dietro, data la prevedibile conferma della riforma, l'obbligo di ridisegnare i collegi e poi quello di varare la nuova legge elettorale proporzionale. Se ne riparlerebbe in autunno e dunque, con la legge di bilancio e di nuovo lo spettro dell'aumento dell'Iva in campo, la legislatura si trascinerebbe sino alla prossima primavera.
Renzi punta su questa agenda per portare a casa l'obiettivo a cui mira sin dall'inizio, la testa di Giuseppe Conte, senza pagare lo scotto di elezioni a breve. Gioca su due tavoli: la via maestra sarebbe per lui sostituire Conte con un altro ministro, non più Franceschini dopo lo schieramento del capodelegazione del Pd al governo sulla prescrizione ma Gualtieri. Allo stesso tempo tratta però con Giorgetti, il ' moderato' della Lega per dar vita a un governo istituzionale. In caso di crisi, infatti, Mattarella si troverebbe di fronte a un nodo molto aggrovigliato: l'ipotesi di un governo di minoranza guidato sempre da Conte avrebbe senso infatti solo se si trattasse di un governo incaricato di portare il paese al voto in un paio di mesi, entro luglio, ma questa strada, pur percorribile, è resta impervia dalla necessità di varare la nuova legge elettorale prima del voto politico. Le condizioni per un governo istituzionale, che a quel punto si occuperebbe anche della legge di bilancio in autunno, in realtà ci sono.
Tutti questi calcoli dei diversi attori in campo, e in particolare dei due leader impegnati ormai in un duello mortale, Renzi e Conte, perché nessuno sa o può prevedere cosa farà il Movimento Cinque Stelle, e si tratta di una variabile determinante. Dunque al momento c'è una sola certezza: il massimo a cui questo governo possa ambire è una sopravvivenza immobile.