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La segretaria del PD Elly Schlein ospite con Paolo Mieli nella trasmissione ad In Onda condotta da Marianna Aprile e Luca Telese - Politica - Roma, Italia - Lunedì , 8 Luglio 2024 (foto Cecilia Fabiano/LaPresse) Demovìcratic Party secretary Elly Schlein guest with Paolo Mieli at In Onda on La 7- Politics - Rome, Italy — Monday , July 2024 (photo Cecilia Fabiano / LaPresse)
«Abbiamo bisogno di allargare e di dimostrare che la politica è ancora lo strumento migliore per cambiare le cose. Lo ha detto, forte e chiaro, la segretaria del Pd Elly Schlein, ieri in visita alla festa dell’Unità di Terni, antica roccaforte rossa oggi in mano a Stefano Bandecchi, con la quale la leader dem ha specificato che non è intenzionata a dialogare, nemmeno se l’obiettivo comune dovesse essere battere la destra.
Ma di certo Schlein la destra, a livello nazionale, vuol batterla eccome. Da qui la necessità di quell’allargamento che ormai è diventato un mantra, tra interventi di ex leader del partito alle feste dell’Unità (vedi Enrico Letta, che sull’abbraccio con Renzi si è limitato a un «mi fido di Elly») e dialoghi con un altro ex leader di partito, che però se ne è andato proprio per fondarne uno suo, cioè lo stesso Renzi.
Tutte buone intenzioni, quelle di Schlein, peccato che deve non aver fatto i conti con il principale alleato, almeno numericamente. Cioè quel Movimento 5 Stelle che un giorno sì e l’altro pure si lamenta della presenza del leader di Iv nei dibattiti sul “campo largo”, tra ragionamento sul fatto che il senatore di Rignano faccia «perdere voti» alla coalizione (copyright Giuseppe Conte) e «con Renzi neanche morti», pronunciato più volte nelle ultime 48 ore niente meno che dal capogruppo M5S in Senato, quello Stefano Patuanelli ritenuto un pentastellato moderato tanto da fare il ministro pure con Mario Draghi presidente del Consiglio.
Uno che, nei corridoi di Montecitorio e palazzo Madama viene chiamato «il grillino sveglio» dai suoi avversari, l’uomo con cui andare a parlare quando c’è da far ragionare i piani alti del Movimento. Cioè Beppe Grillo prima e Giuseppe Conte poi.
Ma su Renzi anche Patuanelli non va per il sottile. Campo largo? «Quello che conta per l’opposizione è disegnare un progetto alternativo alla destra per il Paese» perché «è sulle cose che si creano le alleanze» dal momento che «se avessimo la stessa opinione su tutto, saremmo un solo partito», ha detto l’ex ministro. E fin qui, tutto bene.
«Oltre al M5S, agli amici del Pd e all’Alleanza Verdi Sinistra credo sia giusto guardare a quella componente più di centro - progressisti e liberali - che vuole togliere un pezzo di elettorato alla parte più centrista della destra», ha anche aggiunto. Una frase che potrebbe essere intesa come un assist a Iv, ma che letta più attentamente è invece una sorta di presa in giro ai renziani. Come a dire: il centro sì, Renzi anche no. E infatti poco dopo ecco la precisazione. Nel centrosinistra «esiste il tema Renzi, è inutile che ci giriamo attorno, ma c’è una differenza antropologica, politica tra noi», ha rimarcato il pentastellato con riferimento a Italia viva. Con Renzi manco morti? «Sì, si può dire. La storia deve insegnarci qualcosa. Non si può dire che goda di una fiducia eccelsa...», ha proseguito Patuanelli.
Insomma tutto fuorché un “benvenuto” nel campo largo, con buona pace dei progetti di Elly Schlein. La quale però non demorde, ha praticamente chiuso l’accordo sulla candidatura di Andrea Orlando in Liguria e punta all’en plein nelle Regionali di autunno, prendendosi, oltre all’Emilia-Romagna, anche Umbria e la stessa Liguria.
E che intanto punta sui temi che meno dividono i due litiganti, cioè M5S e Iv. E quindi sì allo Ius soli “temperato” perché, ha detto Schlein, «vogliamo confrontarci con le reti e le associazioni per cambiare la legge sulla cittadinanza» dal momento che «nelle nostre classi non ci sono italiani e stranieri, ma bambine e bambini che hanno lo stesso diritto a una istruzione di qualità» perché «chi nasce e cresce in Italia è italiano e non bisogna negare questo diritto».
E poi via a complimentarsi con tutte le forze della coalizione che sosterranno la candidatura della sindaca di Assisi, Stefania Proietti, alla guida della Regione Umbria contro l’attuale presidente leghista Donatella Tesei. Nel “campo largo” ci sono tutti, da Iv ad Azione, da Avs al M5s.