PHOTO
La Corte Costituzionale
La nomina dei giudici costituzionali è bloccata in Parlamento, nonostante la decima votazione per eleggere i successori della ex presidente Silvana Sciarra e degli attuali membri Augusto Barbera, Franco Modugno e Giulio Prosperetti. L'assenza di accordo tra le forze politiche crea un impasse che mina il funzionamento delle istituzioni.
Nessun candidato ha ottenuto la maggioranza necessaria. Per il sostituto di Silvana Sciarra, su 323 parlamentari presenti, 303 hanno consegnato schede bianche. Per gli altri tre giudici, il numero di schede bianche è salito a 306. Si è quindi resa necessaria una nuova convocazione per tentare di sbloccare la situazione.
Il deputato di Più Europa, Benedetto Della Vedova, ha criticato duramente l’operato delle Camere: «Stamattina abbiamo ripetuto una pantomima, convocando il Parlamento solo per registrare schede bianche. Questo è un vulnus autoinflitto alle nostre istituzioni e al rispetto che dobbiamo al Presidente della Repubblica».
Della Vedova ha ricordato l’appello lanciato a luglio dal Capo dello Stato: «La mancanza di un giudice costituzionale è un vulnus alla Costituzione, un atto grave contro l'istituzione che rappresenta il cuore della nostra democrazia».
Il parlamentare ha inoltre sollecitato un cambio di passo: «Convochiamo sedute a oltranza fino a quando non avremo eletto i quattro giudici. Evitiamo di ripetere questa pessima figura».
L'impasse si aggiunge a una serie di difficoltà operative già denunciate dal Presidente della Repubblica. L’inerzia del Parlamento in questa occasione rappresenta un ulteriore segnale di debolezza della politica, incapace di trovare convergenze su temi istituzionali fondamentali.
Una soluzione potrebbe arrivare con il metodo delle sedute continue, già proposto da alcuni parlamentari. Questa modalità garantirebbe un confronto più serrato e responsabile tra le forze politiche, obbligandole a discutere fino a raggiungere un accordo.
Il ritardo nella nomina dei giudici costituzionali ha effetti diretti sulla Corte Costituzionale, rallentando la capacità di decisione su questioni cruciali.