«Attenti, accade a volte che la pietà si provi verso gli animali e che si rimanga indifferenti invece di fronte alle sofferenze dei fratelli». Lo ha detto stamattina Papa Francesco durante l’udienza giubilare in piazza San Pietro. Come già avvenuto in passato, il Pontefice ha rimarcato le volte in cui «vediamo gente tanto attaccata ai gatti ai cani, e poi lasciano senza aiuto la fame del vicino e della vicina: no, no, d’accordo eh?», è stato il chiaro ammonimento del Papa. Che ha parlato della «pietà» e della necessità, appunto, di non confonderla «con la compassione per gli animali che vivono con noi».Bisogna stare attenti «a non identificare la pietà con quel pietismo piuttosto diffuso che è solo una emozione superficiale che offende l' altro», ha quindi detto il Santo Padre. Tra le persone che seguivano Gesù «ognuno esprimeva la sua fede in Lui chiamandolo ‘maestro’, ‘figlio di Davide’ e ‘Signore’: intuivano che in Lui c'era qualcosa di straordinario, che li aiutava a uscire dalle condizioni di tristezza in cui si trovavano». Bergoglio parte da qui per indicare l’esempio dato da Gesù del sentimento di pietà: «Si accorgeva di quelle invocazioni e si impietosiva soprattutto per le persone ferite nella dignità come nel caso dell'emorroissa, le chiamava ad avere fiducia in lui». Ecco dunque che provare pietà, per Gesù, «equivale a condividere la tristezza di chi incontra, ma allo stesso tempo a operare in prima persona per cambiare quella tristezza in gioia». È questo dunque l’esempio a cui Francesco richiama, il vero modo di intendere la pietà che, appunto, non può essere assimilato al tipo di sentimento suscitato dagli animali: «Anche noi siamo chiamati a coltivare la pietà di fronte alla vita scuotendoci di dosso l'indifferenza, che impedisce di riconoscere la sofferenza dei fratelli che ci circondano, e liberandoci dalla schiavitù del benessere materiale».