Ancora centinaia di disperati sulle navi di quattro Ong Intanto in 500 su un barcone soccorsi al largo della Sicilia

Persone che si gettano in mare dalla disperazione. Altre che smettono di mangiare, per sfinimento. Altre ancora che espongono cartelli con su scritto «aiutateci», non avendo altro modo per protestare. È il mondo a bordo della Geo Barents e della Humanity 1, le due navi delle ong ferme nel porto di Catania. La prima, di proprietà della Ong Sos Humanity, ha 214 persone a bordo; dalla seconda, di Medici senza frontiere, attendono di scendere 35 migranti.

Altre due navi, la Ocean Viking e la Rise Above, non hanno forzato il blocco imposto dalle autorità italiane e incrociano al largo delle coste catanesi. Sulla prima, della Ong francese Sos Méditerranée, ci sono 234 persone. A bordo della seconda 89 migranti.

Ciò che accomuna tutti è la sensazione d’essere esausti, dopo dieci giorni passati in mare. E l’impossibilità di sbarcare, per volere del governo italiano.

E così ieri, sulla Humanity 1, diversi naufraghi hanno cominciato a mangiare poco o saltare i pasti a causa della fase depressiva che stanno attraversando, come spiegano gli attivisti della Sos Humanity che si trovano a bordo della nave.

Poche decine di metri più in là, a bordo della Geo Barents decine di migranti si sono assiepati a poppa, urlando «aiutateci» ed esponendo cartelli con la stessa richiesta di soccorso. Tre di loro si sono gettati in mare. Recuperati, le loro condizioni sono buone. «Si tratta di un ragazzo di 20 anni e due un po’ più grandi - ha detto Riccardo Gatti, responsabile per le operazioni di ricerca e soccorso di Medici senza frontiere - Ciò che è successo spiega bene quel che si sta vivendo a bordo: abbiamo una situazione critica, da questa mattina ( ieri, ndr) abbiamo ripetuti casi di crisi di panico, ecco perché abbiamo chiesto che ci siano sempre ambulanze a disposizione».

Il braccio di ferro con il governo continua, sia con le navi attraccate al porto, che per decreto firmato dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, dovrebbero tornare al largo ma si rifiutano, sia con quelle ancora al largo, che chiedono di poter raggiungere la terraferma. «Siamo in attesa dell'assegnazione di un porto sicuro - Ha spiegato Francesco Creazzo, portavoce della Sos Méditerranée - Abbiamo iniziato i soccorsi venti giorni fa e abbiamo a bordo tutte persone fragili che fuggono dalla Libia: devono essere messi tutti in salvo e devono scendere tutti».

Intanto, secondo il ministro delle Infrastrutture e leader della Lega, Matteo Salvini, che ieri ha visitato la sede della Guardia Costiera, «bisogna stroncare il traffico non solo di essere umani, che è già gravissimo, ma anche di armi e droga». Per poi aggiungere, sulla crisi in corso, che «l’immigrazione va controllata e regolamentata» e che «si torna all’applicazione della norma che prevede che una nave che porta un bandiera tedesca sbarca in porto tedesco, quindi se ne deve fare carico».

Ma a proposito di questo da Bruxelles spiegano che è «molto difficile» che sia possibile per i migranti presentare richieste di asilo direttamente sulle navi delle Ong sulla base della loro registrazione nazionale, rivolgendosi dunque al paese di cui battono bandiera. E la Commissione europea, attraverso una portavoce, specifica che è «dovere morale e legale di salvare le persone in mare, in base alle leggi internazionali» e che «le persone dovrebbero restare in mare il più breve tempo possibile».

Dall’opposizione arriva il post su Facebook del presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, secondo il quale «il governo scoprirà presto che il tema dei flussi migratori va affrontato con politiche di ampio respiro, senza facili slogan o esibizioni muscolari a danno di persone e famiglie disperate». E se il segretario del Pd, Enrico Letta, parla di «azione becera del governo», i rappresentati di Sinistra italiana e Verdi, Aboubakar Soumahoro e Angelo Bonelli, si sono presentati al porto di Catania per verificare la situazione, parlando poi di «scene sconvolgenti» e di un governo «che viola le norme sul soccorso in mare e impedisce ai naufraghi di accedere alle procedure di asilo».

Nelle stesse ore, circa 500 migranti su un barcone sono stati soccorsi dalla Guardia costiera al largo della Sicilia: oltre 250 sono stati portati dalle motovedette ad Augusta mentre altri 220, soprattutto donne e minori, sono stati trasferiti a Pozzallo.