Nemmeno il tempo di cremare il corpo di Silvio Berlusconi, per riporne poi le ceneri nel Mausoleo fatto costruire dallo stesso Cavaliere nel giardino di Arcore nel 1990, che in più d’uno s’affollano su quelle che, giurano in molti, diverranno presto i resti dell’implosione di Forza Italia.

Che al momento, sia chiara, è nelle mani di Antonio Tajani e lì rimarrà almeno fino alle Europee. Visto che si vota tra meno di un anno, il 9 giugno 2024, il tempo è troppo poco per pensare a una radicale riorganizzazione del partito che metta in discussione ruoli, cariche e rapporti di forza in quello che per trent’anni è stato un partito a immagine e somiglianza del suo fondatore.

Ma in questi mesi nessuno sarà con le mani in mano, e se c’è chi già organizza manifestazioni in onore di Berlusconi, come quella annunciata dall'ex deputato di Napoli Amedeo Laboccetta, presidente di Polo Sud, molto del futuro azzurro dipenderà proprio dall’avvicinamento al voto comunitario. Ormai la trattativa tra Popolari e Conservatori si svolge alla luce del sole, il presidente del Ppe Manfred Weber non è voluto mancare ai funerali di Berlusconi e la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, altra esponente di spicco della famiglia popolare europea, ha tributato un ricordo al Cavaliere in un momento pubblico a Strasburgo.

Ed è proprio su questo avvicinamento tra Popolari e Conservatori punta Giorgia Meloni, che dell’Ecr è la presidente e che al momento non ha nessuna intenzione di strappare parlamentari a Forza Italia, ma che non disdegna la tessitura di una trama europea che porti all’apparentamento tra Ppe e Ecr. Porto d’approdo di questo disegno dovrebbe essere, nei piani di Fratelli d’Italia, il partito unico di centrodestra, che oggi non conviene a Meloni perché avere una forza dell’ 8 per cento in coalizione, come è oggi Fi, è un segno di forza. Ma se la dipartita del Cavaliere dovesse nei sondaggi provocare un crollo dei voti azzurri, esplicitato magari proprio alle Europee, ecco che Meloni non potrebbe far altro che andare all’asfalto di quel che rimane degli azzurri e inglobarli in Fdi. «Secondo i nostri studi circa metà dei voti di Forza Italia sono legati strettamente alla figura di Berlusconi», ha spiegato Lorenzo Pregliasco, fondatore dell’agenzia Quorum- Youtrend.

D’altronde, il saluto affettuoso con cui la presidente del Consiglio ha voluto omaggiare la famiglia Berlusconi all’uscita del feretro in Piazza Duomo è sembrato a molti un passaggio di testimone, senza dubbio acclamato anche dal popolo berlusconiano che alla leader di Fdi ha tributato un lungo e sentito applauso.

Strategia opposta è invece quella di Matteo Renzi, che punta a incunearsi proprio nella possibile alleanza tra Popolari e Conservatori, provocandone il fallimento. «Soltanto un ottimo risultato di Renew Europe può impedire la svolta a destra dell’Europa», ha detto di recente il leader di Italia viva, tornando ad auspicare una lista unica tra tutte le forze riformiste e liberali del paese. Sulla scia della due giorni i convegno che si svolerà oggi e domani, organizzata dai liberal- democratici. «Abbiamo il dovere storico di costruire una forza autenticamente liberale e democratica per dare una casa politica a chi crede nei nostri valori ed è convinto che la politica non si debba esaurire per forza in un bipolarismo che, spesso, porta molti a non votare o a scegliere il “meno peggio”», ha detto Giuseppe Benedetto, presidente della Fondazione Luigi Einaudi e co- fondatore di Lde ( Liberali e Democratici Europei) insieme ad Alessandro De Nicola, Oscar Giannino e Sandro Gozi.

Ci saranno Giulia Pastorella di Azione, Lella Paita di Iv, Riccardo Magi e Benedetto Della Vedova per + Europa e molti parlamentari di spicco. Voci anche sulla presenza del presidente di Alde, Ilhan Kyuchyuk. Non ci saranno, per impegni pregressi, Carlo Calenda e Matteo Renzi. «Sappiamo che stiamo andando incontro a un momento decisivo, che arriverà immediatamente dopo la ripresa estiva - ha aggiunto Benedetto - Da settembre entreremo nel vivo delle elezioni europee e bisognerà individuare un programma comune e i profili migliori che si dovranno misurare con il voto». Se dentro ci saranno anche gli elettori di Forza Italia orfani di Berlusconi, tanto meglio.