Credo che Berlusconi abbia fatto molto male ad accostare la figura di Di Maio a quella di Hitler. Così come aveva fatto molto male, un paio di giorni prima, Marco Travaglio ad accusare di hitlerismo lo stesso Berlusconi ( sostenendo che il processo di Palermo ha dimostrato che la trattativa c’è stata, che il capo era Berlusconi, e che è stato il processo di Norimberga alla seconda Repubblica. Il processo di Norimberga, lo sapete, è quello al nazismo e all’olocausto, e paragonare la seconda repubblica al nazismo è un’evidente bestialità).Sono i risultati di unmodo “estremo” di condurre le campagne elettorali - eterne, che proseguono infinitamente oltre il voto - innescato certamente dal metodo del “vaffanculo” inaugurato dai 5 Stelle vari anni fa. Sarebbe molto bello se si potesse sospendere questo modo di discutere.Ieri però è avvenuto un salto di qualità nella asprezza della battaglia politica. Che stavolta non c’entra con la rudezza e la volgarità del linguaggio. Il candidato premier Luigi Di Maio, a metà di un discorso molto pacato sulle convergenze possibili con il Pd, ha pronunciato una breve frase ( priva di connessioni con il resto del ragionamento) con la quale ha minacciato Berlusconi di chiudergli le televisioni e poi ha minacciato tutti di una stretta pentastellata sulla Rai.È una cosa molto grave. È abbastanza probabile che i 5 Stelle, se andranno al governo, chiederanno potere in Rai. È preoccupante questo, ma è nell’ordine delle cose. È preoccupante perché come hanno segnalato anche osservatori internazionali - i 5 Stelle hanno un’idea abbastanza totalitaria dell’informazione, e dunque un loro potere sulla Rai non è paragonabile al potere esercitato in passato da altri partiti liberali, di sinistra o di destra.
Quello che però, francamente, non è ammissibile, è la minaccia di chiudere le Tv di Berlusconi. Perché - scusate se adesso sono io a usare un linguaggio un po’ crudo, ma semplicemente faccio una fotografia della situazione - chiudere delle reti nazionali che coprono quasi la metà del mercato come sono Canale 5 Italia!
e Rete 4 - è qualcosa che assomiglia più a un colpo di stato che a una svolta nei metodi del governo. L’occupazione militare delle Tv è sempre il primo passo, in tutte le storie del golpismo dell’ultimo mezzo secolo. Davvero Di Maio immagina una informazione televisiva con sette canali tutti in mano ai 5 stelle? Oppure pensa, chiudendo Mediaset, di lasciare in pedi solo la Sette ( molto amica) e una Rai “grillizzata”?
O invece quella frase sulla Tv era solo una specie di messaggio cifrato a Berlusconi? Tipo, per esempio: «O molli Salvini e lasci che faccia un governo con me, o ti distruggo». Francamente non so quale delle sue ipotesi sia la migliore. La Tv che diventa caserma o la politica che diventa messaggi mafiosi? Tutte e due le ipotesi mettono un po’ di brividi. Speriamo che anche nei 5 Stelle ci sia qualcuno, un po’ avvezzo magari alle tradizioni della democrazia, che metta un freno al nostalgico Di Maio.