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La premier Giorgia Meloni e il vicepremier Antonio Tajani
Ci sono un ministro ex magistrato, un sottosegretario di Fdi, una senatrice della Lega e il leader di Iv. Non è una barzelletta, ma l’elenco dei protagonisti del panel dal titolo “Una giustizia giusta: dialogo sulle riforme”, previsto per domani alla festa di Fratelli d’Italia nei giardini di Castel Sant’Angelo. Iniziativa lodevole, se non fosse che dalla parti di Forza Italia l’hanno presa malino, per usare un eufemismo. Nessun azzurro invitato, a partire da quel Francesco Paolo Sisto che di Carlo Nordio sarebbe nientemeno che il vice. «Quantomeno uno sgarbo», commenta un forzista di peso ragionando sul fatto che se Fdi avesse voluto invitare un forzista avrebbe avuto l’imbarazzo della scelta, dallo stesso Sisto ai capigruppo azzurrinell due commissioni Giustizia di Camera e Senato, Tommaso Calderone e Pierantonio Zanettin. Ed è proprio Calderone a dare il suo punto di vista, parlando al Dubbio di «dispiacere». «Forza Italia avrebbe certamente dato un contributo, stante la preparazione e la professionalità dei deputati e dei senatori azzurri secondi a nessuno in materia di giustizia, primo fra tutti il nostro viceministro Sisto - spiega Calderone - Siamo certi si sia stata una mera svista». Per Zanettin si tratta di una «mancanza inspiegabile». «Spero non sia voluta - aggiunge - e che nel frattempo possa essere sanata».
Ma è difficile credere che in una quattro giorni di eventi ricchi di ospiti nazionali e internazionali, politici e non (da Elon Musk a Luciano Spalletti, da Anna Paola Concia ad Angelo Bonelli), qualcuno si sia “dimenticato” dei compagni di maggioranza. E in Forza Italia lo sanno benissimo.
Pare invece evidente che il punto stia proprio nella volontà, o meglio nella non volontà del partito di Girogia Meloni di rischiare che qualcuno potesse rovinare la festa, dal momento che Fi è ormai rimasto l’unico partito, tra quelli in maggioranza, che sulla giustizia punta i piedi un giorno sì e l’altro pure, con Sisto che ogni giorno prova a fare da raccordo tra i desiderata del suo partito e l’inerzia di via Arenula.
La quale così sarà messa in evidenza da Matteo Renzi, che non cerca altro. Da mesi ormai l’ex presidente del Consiglio sta cercando di strappare voti a Forza Italia in vista delle Europee del prossimo anno, cercando di sfruttare i temi più cari all’elettorato che fu di Silvio Berlusconi. A partire dalla giustizia, appunto, una battaglia che il Cav ha combattuto per la sua intera storia politica e che ora Renzi vuole intestarsi. È per questo che l’assenza di un forzista sul palco irrita ancora di più i dirigenti azzurri, alcuni dei quali si rifugiano dietro un “no comment” che sa molto di silenzio autoimposto.
Ma nel partito il malumore è palese, lo si riscontra nei corridoi di palazzo Madama subito dopo le repliche della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, alle comunicazioni in vista del Consiglio europeo di oggi e domani a Bruxelles. «È chiaro che l’hanno fatto apposta, figuriamoci», borbotta un azzurro di peso subito dopo il caffè. Nonostante questo Pietro Pittalis, deputato azzurro in commissione Giustizia e primo firmatario del ddl sulla prescrizione, prova a gettare acqua sul fuoco. «In casa propria ciascuno è libero di invitare chi vuole - commenta al telefono - Il dato politico è che c’è perfetta collaborazione tra alleati in tema di giustizia, a partire proprio dalla prescrizione.
L’altro dato politico è che Forza Italia da mesi sta cercando di accelerare sulla separazioen delle carriere, sulle intercettazioni, sulla battaglia per la cancellazione dell’abuso d’ufficio condivisa anche da molti amministratori locali del Pd. Ma di tutto questo, nell’operato del governo, finora non c’è traccia. E di tutto questo, domani ad Atreju, sarà Renzi a chiedere conto a Nordio. I forzisti (per ora) non sono stati invitati.