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Partecipare al voto per il parlamento europeo per respingere chi esalta gli Stati sovrani come risposta ai problemi dei cittadini ma anche chi con ipocrisia si finge a favore della Ue. E' l'invito del presidente emerito Giorgio Napolitano che in una intervista a Repubblica mette in guardia da quella che definisce "l'illusione" messa in campo da sovranisti e anti europeisti. L'Unione europea, spiega Napolitano, è nata "dall'immane disastro della seconda guerra mondiale in reazione ai nazionalismi e alle tendenze reazionarie, fasciste e di destra che l'hanno provocato". Un "patrimonio" che non può essere disperso. "Ho apprezzato e condiviso -sottolinea- il solenne appello firmato dai 21 Capi di Stato, prima di tutto perché è un segno importante di unità: un'ampia partecipazione a questa prova è auspicabile, perché senza dubbio rafforza la legittimazione democratica e la capacità di incidere delle istituzioni europee. Un appello importante in questa fase così delicata del processo d'integrazione, nella quale sembrano avere maggiore risalto i motivi di divisione e di polemica tra alcuni governi nazionali rispetto a una necessaria assunzione di responsabilità di fronte a sfide globali". "Ormai da tempo -riflette Napolitano- il disegno di integrazione europea mostra elementi di crisi, da un lato per gli attacchi e manipolazioni che subisce ad opera dei suoi nemici e dall'altro perché non riesce a superare gravi limiti nella sua capacità di risposta a nuove domande emerse nelle nostre società e nel mondo. Ma come si può affrontare il vero e proprio sommovimento del mondo attuale se non mettendo in campo tutto il prezioso potenziale delle energie europee?. Per Napolitano "è un'illusione evidente, un vero e proprio inganno, lasciar credere che possa essere risolutiva e positiva la linea di condotta di quanti esaltano gli Stati sovrani come autosufficienti. Senza la presenza e l'azione della Bce, senza lo scudo dell'euro, sarebbe stato impossibile salvaguardare le basi di ricchezza dei nostri Paesi e i risparmi dei cittadini". "La vera questione -aggiunge- mi sembra essere se sapremo preservare appunto l'inclusività e l'unitarietà delle istituzioni comuni, se continueremo a rafforzare la capacità del Parlamento europeo di rappresentare i cittadini del nostro Continente in un rapporto più equilibrato con il Consiglio come istituzione di rappresentanza degli Stati". In ogni caso, osserva il presidente emerito, "non si può addebitare alle istituzioni europee un eccesso di severità solo perché ci si preoccupa - come necessario - di evitare uno strisciante avventurismo finanziario che può essere catastrofico per la crescita presente e futura dei nostri Paesi. Speriamo di esserne tutti consapevoli, un voto espresso in Italia ha una portata europea". "Penso che i sacrifici che gli italiani hanno fatto negli anni di più rigorosa conduzione delle politiche economico-finanziarie non possano essere vanificati se non si prosegue nel percorso di risanamento del bilancio pubblico. Come è possibile continuare a pagare di più per la spesa sugli interessi del debito che per l'istruzione?".