L'autonomia differenziata, introdotta con la legge 86/2024, ha suscitato un forte dissenso tra le forze politiche e sindacali in Italia. La mobilitazione per raccogliere 550mila firme entro il 30 settembre rappresenta un passaggio cruciale per abrogare questa legge. «La nostra lotta di quasi 6 anni» afferma la portavoce Marina Boscaino, «è finalizzata a contrastare qualunque autonomia differenziata per impedire la rottura dell'unità della Repubblica e l'aumento delle già gravi diseguaglianze».

I motivi della mobilitazione

L'opposizione alla legge 86/2024 si basa su motivazioni profonde, radicate negli articoli 2, 3 e 5 della Costituzione italiana. Questi articoli tutelano i diritti fondamentali e l'unità del Paese. «La nostra azione mira a formare una consapevolezza tra cittadini e cittadine sui danni del disegno sulla regionalizzazione» spiega Boscaino. Le assemblee territoriali organizzate in tutta Italia hanno contribuito a creare un forte legame tra le diverse realtà locali, unendo le persone in un unico obiettivo.

La raccolta delle firme

Per abrogare la legge 86/2024, occorre raccogliere 550mila firme entro il 30 settembre. «Invitiamo tutti e tutte coloro che si riconoscono nella Costituzione repubblicana del '48 a contattare le Camere del Lavoro o i Comitati locali» esorta Boscaino. La mobilitazione richiede un impegno collettivo, soprattutto durante i mesi estivi, per garantire che il referendum possa essere celebrato entro la prossima primavera. Partecipazione convinta e impegno costante sono essenziali per raggiungere questo obiettivo.

Le forze in campo

Il movimento contro l'autonomia differenziata vede la partecipazione di numerose forze politiche e sindacali, tra cui la Cgil, La Via Maestra, M5S, AVS e il PD. «Abbiamo assistito a una lenta ma costante convergenza di forze» afferma la portavoce. Anche diverse regioni a guida M5S e PD sostengono il referendum abrogativo, creando un fronte comune contro la legge 86/2024. Le dichiarazioni del presidente della regione Veneto, Luca Zaia, hanno ulteriormente alimentato il dissenso anche tra i partiti di maggioranza.

Passaggio in Cassazione

Il 5 luglio rappresenta un momento cruciale per la mobilitazione contro l'autonomia differenziata. Il deposito del quesito referendario presso la Corte di Cassazione segnerà l'inizio ufficiale della raccolta firme. «Contiamo sulla partecipazione convinta di tutte e tutti» conclude Boscaino.