La nave Libra della Marina militare torna a navigare nel Mediterraneo. Secondo fonti che seguono il dossier, nei prossimi giorni tornerà a svolgere il suo compito di monitorare gli arrivi di migranti e organizzare gli eventuali trasferimenti nell'hotspot di Shengjin per le categorie previste dal protocollo tra Italia e Albania.

Il 16 ottobre scorso, l'imbarcazione era attraccata in terra albanese con i primi 16 migranti: quattro erano stati subito riportati nel nostro Paese perché minori o vulnerabili. Il Tribunale di Roma aveva poi bocciato il trattenimento dei 12 migranti, trasferiti in Italia dopo la mancata convalida. Per risolvere la questione il governo ha, quindi, varato il decreto “Paesi sicuri”, rinviato tuttavia dal Tribunale di Bologna alla Corte di giustizia europea. Una decisione, quella dei giudici di Bologna, che ha scatenato la politica e su cui interviene l'avvocato Francesco Petrelli, presidente dell'Unione delle Camere penali italiane: «Quel provvedimento mi sembra particolarmente prudente e accurato. Non credo davvero che in questo caso si possa parlare di un attacco alla politica». «Speriamo che questo contesto - aggiunge il leader dei penalisti - subisca in qualche modo una de-escalation, perché si sta veramente costruendo un conflitto sulla pelle dei più deboli, che sono le persone vulnerabili, i migranti, oggetto di un conflitto davvero inappropriato».

Nel clima di scontro tra politica e magistratura, arriva intanto la notizia secondo cui è stata disposta la vigilanza generica per la giudice della sezione immigrazione del tribunale di Roma Silvia Albano, tra le firmatarie della decisione di ordinare il rimpatrio dei 12 migranti dall'Albania, che sarebbe stata presa dopo la denuncia per minacce di morte presentata dalla giudice lo scorso 24 ottobre.

Inoltre, fa ancora discutere il trattamento riservato ai "295 operatori delle Forze di Polizia, impiegate nei servizi connessi all'attuazione" del protocollo tra Roma e Tirana, con vitto e alloggio in resort a 4 e 5 stelle sul mare, con spiaggia privata, centro benessere, piscine e utilizzo esclusivo del ristorante "per una spesa massima stimata di 8.897.200 euro". Il leader di Azione, Carlo Calenda, sbotta: «L'Albania è una gigantesca perdita di risorse. Io sono per un controllo ferreo dei confini, ma l'Albania non serve a niente. Non funziona. Bisogna trovare un'altra soluzione senza ideologie». E il deputato di Avs, Angelo Bonelli, attacca: «La presidente Meloni con la manovra economica taglia le risorse a sanità, scuola e ambiente ma spreca 1 miliardo di euro per i centri per migranti in Albania». Secondo Alessandra Maiorino, vicepresidente del gruppo M5S al Senato, «il partito della Meloni continua a rivendicare l'efficacia del modello Albania e della politica migratoria del governo su sbarchi e rimpatri. Fumo negli occhi».

La maggioranza, invece, difende l'idea lanciata dal governo guidato da Giorgia Meloni. «L'Europa - è il pensiero del capogruppo di Forza Italia alla Camera, Paolo Barelli - si è detta favorevole. Le decisioni del governo italiano sono legittime e dispiace che parte della magistratura invada la sfera delle decisioni politiche del Parlamento e del governo». E Maurizio Gasparri, presidente dei senatori di Forza Italia, tuona: «La sinistra odia le Forze dell'ordine. Si meravigliano che per ospitare poliziotti e carabinieri, che andranno in Albania, si spendano ottanta euro al giorno. Per loro i nostri tutori dell'ordine dovrebbero dormire nelle stalle». Ancora, Sara Kelany, deputata di FdI e responsabile nazionale del dipartimento Immigrazione del partito, fa i conti: «Da quando è in carica il governo Meloni gli sbarchi sono diminuiti del 61% e i rimpatri sono aumentati del 16%, perché noi siamo consequenziali con le promesse fatte agli italiani». 

(Luca Rossi Milano - LaPresse)