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Il ministro degli Esteri, Angelino Alfano, ha scelto il quotidiano tedesco "Bild" per lanciare un'accusa molto pesante nei confronti dell'Unione Europea che ha "piantato in asso" l'Itaia sulla questione dei migranti. "Il cosiddetto Programma di Relocation non funziona affatto", dichiara Alfano, "questo significa che i profughi rimangono in Italia. Manca inoltre una politica migratoria comune europea che si faccia carico degli arrivi dall'Africa. L'Italia sta facendo la sua parte, ma non possiamo affrontare da soli quest'onere. Allo stesso modo, abbiamo urgentemente bisogno di più sforzi congiunti per modificare la situazione in Libia, in modo da combattere il traffico di esseri umani e gestire i flussi migratori". "Il numero di migranti giunti quest'anno in Italia ha raggiunto una dimensione per noi molto difficile. Quest'anno potrebbero diventare alla fine più di 200.000. E altre centinaia di migliaia di persone attendono in Libia la pericolosa traversata che spesso termina con la morte", dice ancora il ministro alla "Bild". Alfano sottolinea la differenza tra oggi e il 2015: "le persone giungono qui dalla Libia a bordo di imbarcazioni e non possono, come due anni fa, recarsi a piedi dalla Grecia fino in Germania". Oggi "gli interventi di salvataggio e assistenza sono più difficili e onerosi. Inoltre rileviamo oggi le impronte digitali del 100% dei migranti. Anche questa è una differenza", aggiunge Alfano. La Germania con la cancelliera Angela Merkel "nel 2015 si è collocata dalla parte giusta della storia, ha mostrato un'autentica "leadership", con forza e coraggio. Tuttavia la situazione sulla rotta centro mediterranea, ora, è completamente diversa perchè accanto a rifugiati vi transitano molti migranti economici", ha chiarito il ministro.