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Il lavoro con Silvio Berlusconi? “Più amichevole di quanto in molti pensino”. Poi la “folgorazione” per l'allora sindaco di Firenze, Matteo Renzi e il rapporto di “fiducia” con Giuseppe Conte. Angela Merkel, in una intervista al Corriere, offre una carrellata del suo lavoro con i premier italiani che si sono avvicendati a Palazzo Chigi durante i 15 anni di mandato da Bundeskanzler. E smentisce quando riportato dal Wall Street journal, ovvero che l'allora cancelliera tedesca ebbe una parte nella caduta del Cav. In particolare, secondo quanto riportato dal quotidiano americano, Merkel avrebbe sollecitato un cambio di governo a Roma durante una telefonata con Giorgio Napolitano. “Non mi sono mai immischiata negli affari interni di un Paese amico”, dice Merkel respingendo la ricostruzione.
“Da cancelliera ho cooperato bene con tutti i presidenti del Consiglio italiani. Prodi è stato il primo, per breve tempo”, spiega la cancelliera. “Con Silvio Berlusconi ho lavorato più amichevolmente di quanto molti pensavano. Si adoperava sempre per raggiungere comuni compromessi europei. Questo l'ho apprezzato. Durante la crisi dell'euro la cooperazione con lui è diventata più difficile. Mario Monti lo conoscevo e lo stimavo da quando era commissario europeo alla concorrenza. Era da un lato affascinato dalla Germania, dall'altro sempre in guardia, e a ragione, che essa a causa della sua forte economia non avesse un ruolo speciale. E' stata la sua idea fissa da capo del governo durante la crisi monetaria”.
Matteo Renzi si fece notare a Berlino ben prima di succedere a Enrico Letta: “Con Matteo Renzi ci fu un fatto interessante, già prima che succedesse a Enrico Letta, col quale ho anche lavorato bene. Quando era sindaco di Firenze catturò la mia attenzione una sua intervista a un giornale tedesco, in cui diceva che l'Italia doveva semplicemente fare delle riforme. Mi piacque molto e l'ho invitato alla cancelleria”. E ancora: “Al tempo in cui molti migranti arrivavano in Europa, ho stabilito una collaborazione di fiducia anche con Giuseppe Conte. Paolo Gentiloni organizzò per noi leader dell'Ue una indimenticabile celebrazione per i 50 anni dei Trattati di Roma e questo ha rafforzato la coesione europea. Infine, con Mario Draghi abbiamo preparato insieme con successo il G20 di Roma nel novembre 2021 sotto le difficili condizioni della pandemia”.
Rispetto alla situazione internazionale, l’ex cancelliera parla della guerra in Ucraina sottolineando che non può essere solo Kiev a decidere quando iniziare i colloqui con la Russia. “Sulla trattativa, naturalmente nulla deve passare sopra la testa dell'Ucraina. Allo stesso tempo penso però che i molti Paesi che sostengono l'Ucraina debbano decidere insieme a essa quando si potrà discutere con la Russia di una soluzione diplomatica. Non può essere solo Kiev a decidere”.
“Io conoscevo molto bene le intenzioni del presidente Putin. Egli le ha sempre espresse sia pubblicamente che nei colloqui riservati. Conoscevo molti dei suoi obiettivi e sapevo che non avevamo a che fare con un amico dell'Europa. La questione è solo come uno reagisce. La mia risposta non è stata di non avere più alcun rapporto con Putin, ma piuttosto di cercare di impedire l'invasione dell'Ucraina attraverso colloqui, a volte anche molto polemici nei quali non ho usato alcun giro di parole. Per un certo periodo ha funzionato. Con l'inizio della guerra russa contro l'Ucraina, la situazione è fondamentalmente cambiata”, osserva Merkel, la quale sottolinea che “la più grande gioia della mia vita - la fine della Guerra Fredda, la caduta del Muro, la riunificazione tedesca e l'unità dell'Europa - per lui è legata alla peggiore disgrazia del XX secolo, la fine dell'Unione Sovietica. Ciò dimostra che le nostre vedute erano diametralmente opposte”.
Nei rapporti con Donald Trump, i governo Ue devono “difendere i propri interessi”, sia a livello nazionale che europeo. “Per Donald Trump non ci sono mai situazioni 'win win', dove entrambi i partner di un accordo ottengono vantaggi. Per lui o l'uno o l'altro deve ottenere un profitto. E' un'idea che non condivido. Penso che abbiamo concluso molti accordi nel mondo, vantaggiosi per entrambe le parti. Credo nella forza dei compromessi, a differenza di Trump. La cosa più importante è cooperare con Trump, da partner e rappresentanti di un Paese, liberi da paure e sicuri di sé, difendendo i propri interessi, nel mio caso quelli tedeschi ed europei, in modo chiaro così come lui difende i suoi”, prosegue Merkel. In generale, però, l'ex cancelliera ritiene che “nonostante posizioni di partenza diverse, ci sono buone chance che l'Europa su temi difficili trovi una linea comune”.