Completo nero e capelli raccolti. Così la premier Giorgia Meloni arriva sul sagrato di San Pietro per l’ultimo saluto a Papa Francesco. “A Dio”, sono le brevi parole che dedica al pontefice sui suoi social. Poi, nel percorso riservato alle autorità, tra il portico della basilica e la piazza dove sono ferme le vetture presidenziali, è il momento del confronto con i leader mondiali.

Un breve scambio con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, quindi il cordiale incontro con il presidente americano Donald Trump. E nel pomeriggio il lungo bilaterale a Palazzo Chigi con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Con la premier italiana che torna a proporsi nel ruolo di ‘pontiera’ tra gli Stati Uniti e l’Ucraina. “Vedere Trump e Zelensky che parlano sulla pace al funerale del ‘Papa della pace’ ha un significato enorme, è una giornata storica”, è la dichiarazione che Meloni consegna al quotidiano La Repubblica. La premier commenta così quella che per molti è la foto della giornata: Trump e Zelensky a colloquio su due sgabelli sotto le volte della basilica papale. Ma questo non è il solo confronto tra il presidente americano e quello ucraino.

A fare il giro del mondo è anche un altro scatto che ritrae i due in uno scambio con i ‘volenterosi’ Keir Starmer ed Emmanuel Macron. In quell’incontro a quattro manca Meloni. Che, però, poche ore dopo, riceve il presidente ucraino per un faccia a faccia di circa un’ora. Nel bilaterale, secondo quanto riportato in una nota di Palazzo Chigi, i due leader hanno ribadito “il sostegno agli sforzi del presidente Trump per il raggiungimento di una pace giusta e duratura”. Dove l’accento è posto sì sul sostegno a Trump ma anche sulla “pace giusta”, concetto che Meloni non ha fatto a meno di richiamare pochi giorni fa nello Studio Ovale con il tycoon e su cui oggi torna a insistere la presidente von der Leyen.

Al presidente ucraino, la premier esprime le condoglianze per le vittime dei recenti attacchi russi, già condannati fermamente. E rilancia “l’urgenza di un cessate il fuoco immediato e incondizionato, nonché della necessità di un impegno concreto da parte di Mosca per l’avvio di un processo di pace”. Pressing che arriva da più parti nel fronte occidentale e sui cui Meloni incalza: “ora ci si attende che anche la Russia dimostri concretamente la propria volontà di perseguire la pace”.

Se sulla questione ucraina, tra i colonnati vaticani e i palazzi romani, si può registrare qualche segnale positivo, al margine delle esequie di Papa Francesco non trova particolare spazio il riavvicinamento tra le due sponde atlantiche auspicato da Meloni sul tema dei dazi. Una stretta di mano tra von der Leyen e Trump c’è, ma per ora il discorso sembra rimandato al futuro. Anche se la premier non rinuncia a tessere una tela transatlantica, partendo dal coltivare il rapporto con un leader ‘vicino’.

In un giorno in cui l’Argentina e l’Italia restano le due delegazioni più rappresentate in Vaticano, Meloni e il presidente argentino Javier MIlei pranzano insieme in un ristorante romano. Una girandola di incontri che tengono impegnata la premier fino al tardo pomeriggio di una giornata in cui tutta la politica italiana rende omaggio al pontefice.

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella partecipa alle esequie con sua figlia Laura. Nella delegazione italiana anche il presidente del Senato Ignazio La Russa, il presidente della Camera Lorenzo Fontana, il ministro degli Esteri Antonio Tajani e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. In piazza San Pietro, seduti l'uno accanto all'altro, ci sono anche gli ex presidenti del Consiglio, Mario Draghi, Giuseppe Conte, Paolo Gentiloni e Matteo Renzi. Non manca la segretaria del Pd Elly Schlein, e poi il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, e i ministri Giancarlo Giorgetti, Francesco Lollobrigida, Adolfo Urso e Giuseppe Valditara. In vaticano per la messa funebre anche i presidenti della Camera, Laura Boldrini, Luciano Violante, Fausto Bertinotti e Pier Ferdinando Casini.