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Il presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, e la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, hanno deciso di affidarsi a uno scambio epistolare per chiedere e chiarire la vicenda dei fondi per i danni causati dall’alluvione. Dopo lo scontro tra il viceministro alle infrastrutture Bignami e la segretaria del Pd Schlein, ieri l'intervento del presidente Bonaccini che ha attaccato di nuovo su tempi e finanziamenti della ricostruzione e sui ristori. con una lunga lettera. Concetti ribaditi in via a “Omnibus” su la7: «Se c’è una volontà politica dietro ritardi nei ristori per far “fallire” una delle ultime Regioni a guida Pd? Non ci voglio neanche pensare perché sarebbe meschino e surreale che, per dispute politiche, si giocasse sulla pelle di persone, imprenditori, famiglie che hanno perso tutto o quasì». Il presidente dell’Emilia Romagna ha ribadito: «Da parte mia c’è totale collaborazione», ricordando di aver guidato la Conferenza delle Regioni «mettendo da parte ogni differenza politica. Quando si guida un’istituzione devi rappresentare chi ti ha votato ma anche chi non ti voterà mai. Al governo dico: le risorse le avete date ma ne mancano altre. Mettiamoci a sedere, troviamo il modo di rassicurare coloro che hanno perso tutto perché qui ogni euro che viene dato torna indietro con gli interessi».
La replica di Giorgia Meloni non si è fatta attendere e in una lunga lettera a Bonaccini scrive che dopo l’alluvione in Emilia-Romagna «non ho avuto modo di leggere da parte Sua alcuna parola di sostegno» alle azioni del governo, «anzi. Ho letto che Lei, nella Sua veste di Presidente di Regione nonché di sub Commissario alla ricostruzione, ha ripetutamente affermato che sul territorio non sarebbe arrivato sino ad oggi ’neanche un eurò». E la lettera prosegue: «Il governo ha già stanziato 4,5 miliardi per la ricostruzione delle zone alluvionate e questa iniziativa non si esaurisce qui. Uno degli obiettivi dell'Esecutivo è anche quello, oltre alla messa in sicurezza e alla ricostruzione delle infrastrutture, di risarcire tutti i “privati che hanno subito danni”». La presidente del Consiglio fa l’elenco di alcuni importi «già concretamente erogati in favore della popolazione. Tutti fondi nazionali messi a disposizione dei territori colpiti cosi come altre risorse che attendono di essere liquidate una volta che la Regione provvederà a inviare le dovute richieste, come nel caso dei 50 milioni messi a disposizione dal Ministero dell’Agricoltura per coprire anche le somme urgenze del settore e per le quali ancora il Governo attende la richiesta di anticipazione e la necessaria delimitazione da parte della Regione». Meloni scrive ancora: «Non bisogna cedere alla fretta e dalla frenesia che pare rispondere al desiderio di qualcuno di avere un po' di visibilità, alimentando polemiche inutili».
E la controreplica di Bonaccini non si è fatta attendere: «Confermo poi che al di là di quanto attivato da me insieme al Dipartimento nazionale di Protezione civile, nulla è arrivato in termini di indennizzi a famiglie e imprese colpite. I due decreti adottati dal governo hanno definito una serie di misure che però, lo si chieda ai cittadini, in questo momento non risultano funzionare, né per il ritorno alla normalità delle famiglie, né per la ripartenza positiva delle imprese».
Alla presidente del Consiglio ha risposto anche il sindaco di Ravenna Michele De Pascale, che come scrive il Corriere della Romagna ribadisce: «La lettera purtroppo è totalmente negativa, prosegue nella narrazione surreale dei 4,5 miliardi già spesi dal governo per cittadini, imprese e opere pubbliche: rinvia a ottobre le nostre due proposte per avere subito risorse reali per gli indennizzi a famiglie e imprese ed elude completamente la nostra richiesta di incontrarla subito personalmente per decidere insieme come procedere». Il primo cittadino di Ravenna conclude: «La mia sensazione, se la presidente pensa veramente ciò che ha scritto in questa lettera, è che purtroppo non abbia un quadro esatto della situazione in Romagna e in tutta la Regione e che, forse, le dichiarazioni surreali di qualche suo collaboratore le abbiamo fornito una visione totalmente distorta sull'efficacia delle misure previste dal suo governo. Io rinnovo la richiesta di incontrare nei prossimi giorni a Roma o dove ritiene, sarebbe meglio che tornasse lei in Romagna, nei luoghi più colpiti, e se non si fida dei sindaci, ascoltasse direttamente le persone colpite».