Con una settimana di ritardo, dovuta a non meglio precisati problemi di natura tecnica (rispetto ai quali non sono mancate ipotesi di dissapori interni alla maggioranza sul contenuto del provvedimento), il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto flussi. Più volte, da quando si è insediata a Palazzo Chigi, la premier Giorgia Meloni ha manifestato la propria intenzione di rimettere mano alla normativa sugli ingressi regolari dei migranti, soprattutto per ciò che riguarda il click- day, un meccanismo a suo avviso fortemente permeabile dalla criminalità organizzata. E in effetti il decreto approvato ieri, seppure in modo parziale, ha cominciato a mettere dei paletti sul cumulo di domande di regolarizzazione avanzate dai datori di lavoro. «Il nostro obiettivo», ha affermato il sottosegretario Alfredo Mantovano nella conferenza stampa che si è tenuta dopo la riunione dell'esecutivo, «è di abolire i click day, ma poiché oggi è impossibile ci arriveremo attraverso una transizione con più click day per tipologie e con la precompilazione». Come primo intervento, ha spiegato, «vi è un intento di semplificare il più possibile, di abbattere i tempi e al tempo stesso di dare delle regole certe aggirabili con maggiore difficoltà. I clickdays saranno più di uno all'anno, divisi per tipologia di lavoratori. Ci sarà la precompilazione delle domande rispetto ai click days per aumentare i tempi dei controlli».

«La sanzione per il datore di lavoro che farà richieste non seguite poi dal contratto di soggiorno», ha spiegato Mantovano, «sarà la preclusione per un triennio dal formulare nuova richiesta». Per ora non è stato ritoccato il numero previsto di arrivi, che ammonta a 452.000 stranieri nel triennio 2023- 2025, ma le norme politicamente più sensibili sono quelle che decretano un giro di vite generalizzato per tutti gli arrivi, regolari e irregolari, come per esempio l'obbligo di fornire le impronte digitali da parte degli stranieri che chiedono un visto nazionale, o le verifiche preventive per il rilascio del nullaosta o se questo è già rilasciato prima del visto per i cittadini di tre Paesi: Bangladesh, Pakistan e Sri Lanka «dove le irregolarità sono state più pesanti», come afferma Mantovano. «La filosofia», ha affermato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, «è di aprire all'immigrazione regolare e avere grande rigore contro l'irregolarità», e non mancheranno le polemiche politiche su alcune norme contenute nel dl, come quella relativa all'obbligo per gli aerei delle ong di segnalare eventuali incidenti in mare alle autorità marittime italiane immediatamente. In particolare, la parte più politicamente “sensibile” di tutto il provvedimento riguarda la possibilità di ispezionare i cellulari dei richiedenti asilo «al fine», ha sottolineato Tajani, «di ricostruirne l'identità e la nazionalità». «Questa ultima previsione», ha proseguito, «consentita dalle norme europee, è stata oggetto anche di un confronto tra di noi e mi pare che questo sia giusto, avere anche l'onere di identificarsi quanto si entra nel nostro Paese».

«Dobbiamo garantire l'identificazione del migrante o al minimo la provenienza geografica», ha spiegato Mantovano, aggiungendo che «i dati a cui si avrà accesso saranno solo quelli finalizzati all'identificazione o alla conoscenza della provenienza, con divieto, contenuto nella nuova norma, di accesso alla corrispondenza e a qualsiasi altra forma di comunicazione». E sul fronte del contrasto all'immigrazione illegale, rispondendo a una domanda di un giornalista, il sottosegretario ha fatto sapere che per il discusso centro per i migranti di Gjader, frutto dell'accordo col governo albanese, «la consegna per il collaudo è prevista nei prossimi giorni: se non entro questa settimana certamente entro l'inizio della prossima. Ci saranno i tempi tecnici di 10- 15 giorni per il collaudo e quindi dalla seconda metà del mese potrà iniziare a funzionare».

Sia sulla norma relativa alla consegna dei cellulari che sui permessi di soggiorno temporanei, secondo alcune ricostruzioni degli ultimi giorni, ci sarebbero stati dei contrasti all'interno del centrodestra, in merito alla ripartizione delle competenze tra dicasteri ma soprattutto, su un piano più politico, tra la Lega e sugli alleati sulla concessione dei permessi, che il Carroccio avrebbe voluto ridurre al minimo, ma che d’ora in poi potranno essere concessi ai lavoratori stranieri che denunciano episodi di caporalato, come ha fatto sapere la ministra del lavoro Calderone.

D'altra parte la settimana politica culminerà con la kermesse della Lega a Pontida, alla quale sarà presente il premier ungherese Orban e altri esponenti di punta del sovranismo europeo. L'immigrazione, naturalmente, sarà uno dei temi portanti, se non il principale, e l'interesse di Matteo Salvini, nei giorni che precedono l'evento, è presidiarlo fino in fondo.