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Giorgia Meloni, presidente del Consiglio dei Ministri
Polemica a distanza tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il segretario della Cgil Maurizio Landini che aveva parlato di «atto di arroganza» la scelta di convocare il Consiglio dei ministri sul decreto Lavoro il primo maggio la convocazione del Consiglio dei ministri per il Primo maggio. Giorgia Meloni scrive: «Vorrei ricordare al segretario Landini che il primo maggio ci sono molte persone che lavorano, dai camerieri ai medici, dalle forze dell’ordine fino ai tecnici, che consentono lo svolgimento del concerto di piazza San Giovanni». «Io credo sia un bel segnale, invece, per chi come noi è un privilegiato, onorare con il nostro impegno, in questo giorno di festa, i lavoratori e le risposte che attendono». E la presidente del Consiglio continua: «Se Landini pensa davvero che sia diseducativo lavorare il primo maggio, allora il concerto la triplice dovrebbe organizzarlo in un altro giorno. Noi non la pensiamo così e rispettiamo l’iniziativa della triplice, così come chiediamo rispetto per il nostro lavoro».
Anche il segretario della Uil, Pierpaolo Bombardieri, intervenendo a “Mezz’ora in più”, non è stato tenero, definendo l’approvazione del provvedimento in materia di lavoro in un Consiglio dei ministri che si riunisce il primo di maggio, Festa dei lavoratori, «un atto di propaganda». Per il leader della Uil la «propaganda» risiede nel fatto che non si vorrebbe lasciare «la narrazione del lavoro solo a Cgil, Cisl e Uil» nel giorno della Festa dei lavoratori; si tratta certamente «di un atto politico legittimo, ma di propaganda» e di un «attacco violentissimo nei confronti dei sindacati». «Avevamo chiesto, oltre taglio del cuneo fiscale, di detassare anche gli aumenti contrattuali visto che ci sono sette milioni di lavoratori che hanno il contratto nazionale scaduto. Chiediamo al governo di intervenire con una moral suasion perché siano rinnovati».
Bombardieri, inoltre, ha difeso il reddito di cittadinanza, destinato a essere superato con il decreto che si appresta a varare il governo, soprattutto per il sostegno nelle aree in cui l’emergenza lavoro è più impellente come al Sud, sostenendo che semmai «va rimodulato nelle parti delle politiche attive del lavoro», fermo restando che, appunto, «serve il sostegno a chi è in difficoltà».
La segretaria dle Pd Elly Schlein, durante un comizio improvvisato a Ragusa, è intervenuta sulla questione: «La prima grande questione è la questione di cui si parla in questi giorni ma di cui si dovrebbe parlare non solo il primo maggio. Noi stiamo stufi di vedere le sacche di lavoro povero e precario che condannano le nuove generazioni, le donne e giovani, soprattutto al Sud, a una precarietà insopportabile che domani il governo di Giorgia Meloni vuole aumentare ulteriormente, rafforzando il ricorso ai contratti a termine, estendendo l’utilizzo dei voucher, la forza più becera di precariato nel lavoro».
Anche il segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, ha espresso le sue perplessità: «Evidentemente le critiche di merito e di metodo delle organizzazioni sindacali, il confronto spietato fra la propaganda del governo e la realtà di un mondo del lavoro sempre più precario e impoverito fanno saltare i nervi alla destra. Non si spiegano altrimenti le parole stizzite usate dalla presidente Meloni verso il leader della Cgil che ha osato svelare l’imbroglio. Hanno vinto le elezioni qualche mese fa ma non sono diventati i padroni del Paese, se lo devono mettere bene in testa».