Da una parte la prudenza, dall'altra la vis polemica. Sulla vicenda del possibile accordo con SpaceX di Elon Musk per l'accesso al sistema Starlink, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nella sua conferenza stampa di inizio anno, pur confermando che per ora non si è superata la fase delle trattative, non ha mancato di replicare in maniera energica a chi la ha accusata di mettere la sicurezza del nostro paese in mano a monopolisti. E a chi le ha rimproverato un atteggiamento troppo accondiscendente con chi, come Musk, è politicamente esposto ed in conflitto di interessi, ha contrapposto l'esempio di uno dei personaggi più invisi alla destra internazionale, vale a dire George Soros.

«Non ho mai parlato personalmente con Elon Musk di queste vicende», ha affermato Meloni, «non sono abituata a usare il mio ruolo per fare favori agli amici, ma neanche accetto se il problema sono le idee di Musk». «Si tratta di interlocuzioni», ha proseguito, «che rientrano nella normalità per un governo, abbiamo decine di aziende che si propongono, dopodiché si fa una istruttoria e si decide. Non capisco le accuse che sono state rivolte: neanche io ho le idee chiare, perché da una parte si tratta di mettere in sicurezza alcune comunicazioni sensibili e delicate parlando col soggetto tecnologicamente più avanzato in questo campo e senza alternative pubbliche. E dovremo parlare del fatto che l'Italia e l'Europa non sia arrivati in tempo su questi temi, per cui l'alternativa è non avere una protezione. Si tratta di scegliere una soluzione tra due scenari e quale è quella ottimale».

«Sono abbastanza colpita», ha proseguito, «su come alcune notizie false continuino ad essere discusse nonostante siano state smentite. Parlo soprattutto dell'opposizione». «Valuto gli investimenti stranieri solo con la lente dell'interesse nazionale, non delle amicizie». Poi, l'affondo che ha tirato in ballo Soros: «Persone facoltose usano le risorse per finanziare in mezzo mondo partiti e associazioni per condizionare le politiche, come nel caso di Soros. Io non prendo soldi da Musk», ha proseguito, «semmai altri li hanno presi da Soros. Io il pericolo per la democrazia non lo vedo. Dobbiamo ricondurre le cose nell'alveo dove si trovano. Musk esprime la sua posizione e di questo stiamo parlando. Può piacere o non piacere ma quando mi si dice che c'è un pericolo di ingerenza evidenzio che non è il primo caso di persone note e facoltose che esprimono le loro opinioni. Io ne ho viste parecchie e spesso contro di me e nessuno si è scandalizzato. Il problema», ha detto ancora Meloni, «è quando queste persone usano le risorse per finanziare in mezzo mondo partiti e associazioni per condizionare le politiche, cosa che non mi risulta faccia Musk al contrario di Soros. Questa sì la considero una pericolosa ingerenza. Ma quando è accaduto si è parlato di filantropi: il problema è che è ricco e influente o che non è di sinistra?».

Come spesso accade, il miliardario sudafricano non si è lasciato sfuggire l'occasione di rilanciare le parole di Meloni sui social: in maniera beffarda, Musk ha condiviso le parole della premier commentando con «e Soros viene sconfitto». Strettamente legata alla questione Musk, ovviamente, quella del legame col prossimo presidente Usa, soprattutto in relazione al conflitto ucraino e alla possibilità di un disimpegno: «Francamente non prevedo un disimpegno. Trump ha la capacità di dosare diplomazia e deterrenza e prevedo che anche questa volta sarà così. Lui può andare avanti nella soluzione, ma non prevedo che questo significhi abbandonare l'Ucraina». Infine, Meloni ha fatto sapere di stare valutando la propria presenza alla cerimonia d'insediamento alla Casa Bianca, il prossimo 20 gennaio: «Compatibilmente con l’agenda, se riesco volentieri partecipo».