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La premier Giorgia Meloni e il vicepremier Antonio Tajani
Giorgia Meloni annuncia l’addio alla Via della Seta. A comunicarlo al primo ministro del governo cinese Li Qiang, nel centro congressi del Bharat Mandapam, è la stessa presidente del Consiglio, che nega qualsiasi pressione degli Usa e conferma la scelta per ragioni esclusivamente economiche. Poi rilancia i rapporti fra Italia e Cina, che «durano da duemila anni».
Il piano è quello indicato dal ministro degli Esteri Antonio Tajani: recuperare un vecchio accordo di cooperazione strategica siglato nel 2004 dall’allora governo Berlusconi.
«Avere un quadro positivo di collaborazione dal punto di vista economico con la Cina, un parternariato strategico voluto da Berlusconi fin dal 2004, per noi è un elemento fondamentale. Noi lo vogliamo rinforzare, lunedì scorso i dirigenti dei nostri ministeri hanno trovato molti accordi con i cinesi. Quindi vanno favoriti gli scambi economici e culturali. Detto questo, la Via della Seta è una pagina delle nostre relazioni che non è stata vantaggiosa per noi, l'ho detto chiaramente a tutti i vertici del governo cinese», ha dichiarato Tajani, in un'intervista a La Repubblica. «I dati dell'export sono chiari e sono più vantaggiosi per Germania e Francia, che - sottolinea Tajani - non facevano parte della Via della Seta. Ascolteremo naturalmente il Parlamento, ma la Via della Seta non deve essere fondamentale nei rapporti con la Cina. Ho incontrato gli imprenditori italiani, sono numerosi, li ho rassicurati sul futuro dei rapporti».
In alternativa alla Via della Seta, «va riformato - spiega il ministro degli Esteri - il partnernariato strategico. Vogliamo valorizzare e utilizzare questo strumento: vogliamo rafforzare la cooperazione economica e sostenere l'export delle nostre Pmi in vari settori, tra cui l'agroindustria. Vogliamo consolidare il nostro legame culturale nel settore della ricerca e dell'università e anche nel settore del turismo. Bernini e Santanchè andranno a breve in Cina, prima della visita di Meloni e di Mattarella. L'Italia nel 2024 guiderà il G7, siamo la seconda manifattura europea, siamo alleati degli americani ma non siamo nemici della Cina. Nell'Indopacifico siamo per la conferma dello status quo senza iniziative unilaterali. Capisco che da parte cinese si spinga per la nostra permanenza nella Via della Seta, ma noi non siamo soddisfatti, lo ripeto. Nessuna volontà di interrompere rapporti, anzi vogliamo incrementarli. Matteo Ricci e Marco Polo sono gli unici personaggi non cinesi che sono parte della loro iconografia nazionale nel Museo di Pechino».