«Non è accettabile che la Federazione Russa, membro permanente del Consiglio di sicurezza dell'Onu, vale a dire del massimo organo deputato alla difesa della pace, abbia violato, come ha fatto invadendo l'Ucraina, le norme fondamentali del diritto internazionale e i principi dell'Onu, usando la forza contro un vicino più piccolo per imporgli la propria volontà». Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in rivista in Cina, aggiungendo che «accondiscendere ad un tale comportamento significherebbe consegnare alla barbarie la comunità degli Stati». Secondo il capo dello Stato «la Cina è uno dei protagonisti fondamentali della vita internazionale, desidero esprimere l'aspettativa che essa faccia uso della sua grande autorevolezza sulla scena internazionale per ribadire la sua tradizionale posizione a sostegno delle norme di convivenza della comunità internazionale, adoperandosi per porre termine alla brutale aggressione russa all'indipendenza e integrità dell'Ucraina, primo passo per una pace giusta sulla base dei principi della Carta delle Nazioni unite e delle norme del diritto internazionale, quelle sulla sovranità, indipendenza e integrità del territorio degli Stati». 

Quello declamo dello Stato è un vero e proprio invito a Pechino a fare la sua parte, dall’Ucraina al medio Oriente. «Un'altra area che sollecita l'impegno di tutti per bloccare la spirale di violenza è il Medio oriente, martoriato dal criminale attacco terroristico di Hamas contro inermi cittadini israeliani, dalla inaccettabile scia di violenza contro la popolazione civile di Gaza, dall'allargamento del conflitto al Libano meridionale con altre sofferenze ai civili – ha detto infatti Mattarella – Occorre fermare subito la guerra, per avviare soluzioni anche all'immane crisi umanitaria che ne è derivata: confido, sono certo, che la Cina aggiungerà la sua voce affinché diversi attori regionali esercitino moderazione e possa essere finalmente applicata una soluzione a due Stati tra Israele e la Palestina». 

Ma il Quirinale si spinge anche ad affrontare la questione Taiwan, pur senza nominare l’isola e parlando più in generale di Indo-pacifico. «Le preoccupazioni emerse sulla instabilità che caratterizza la vicenda internazionale valgono anche per la regione dell'indo-pacifico – ha aggiunto il presidente della Repubblica – È appena il caso di osservare che l'attenzione in quest'area dell'Europa è tesa a ribadire elementi come libertà di navigazione e di sorvolo, nonché quelli previsti dal diritto internazionale. Mattoni della costruzione di un processo di pace, di un mondo di pace, di quell'ordine internazionale giusto che costituisce aspirazione comune. È indispensabile che vi sia saggezza da tutte le parti coinvolte, perché ci si astenga da iniziative unilaterali che possano esarcebare difficoltà già esistenti in questo come in altri quadranti geografici».