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La scelta tra Marco Cappato e Adriano Galliani alle elezioni suppletive del collegio di Monza e Brianza per il Senato che si svolgeranno il prossimo 22 e 23 ottobre non rappresenta solo un’occasione eccezionale per gli elettori e le elettrici del territorio ma anche una chance più unica che rara per i partiti che siedono in Parlamento.
L’appoggio trasversale a Marco Cappato da parte dei maggiori partiti di opposizione al Governo Meloni, dal Pd ad Azione, racconta del sostegno ad una storia costellata di battaglie portate avanti con l’obiettivo primario di conquistare spazi di libertà e di affermare lo Stato di diritto per gli individui e la società. Ma non solo. Molto dice di quanto, in un’epoca politica come quella attuale, connotata da tassi di astensionismo da record alle urne, dal crollo dei tesseramenti ai partiti e da una generale e comprensibile disaffezione verso modelli di leadership individualiste, occorra lavorare ad un nuovo complesso di istituzioni democratiche al cui interno anche i partiti possano ricostruire su nuove basi il proprio ruolo sociale, culturale e politico. E questo a partire da un sistema elettorale, quello del maggioritario puro, che connoterà questa elezione e che mette finalmente al centro il confronto tra candidati, e quindi tra programmi, idee, progetti e visioni, in definitiva valorizzando la scelta e la volontà degli elettori e delle elettrici. Anche i partiti di opposizione trarrebbero quindi linfa vitale da una vittoria di Marco Cappato. E ci sono almeno due ragioni di fondo per cui un Senato con Marco Cappato diventerebbe qualitativamente migliore. La prima è rappresentata dall’ingresso, o dal ritorno, in Parlamento della nonviolenza, e della disobbedienza civile in particolare, come strumento politico di azione e pensiero. Partendo dal presupposto che lo Stato è una costruzione non infallibile e che è diritto- dovere dei cittadini vigilare affinché esso non abusi del suo stesso potere, specie in un quadro di erosione in tutto il mondo delle democrazie liberali, la disobbedienza civile che Marco Cappato ha incarnato in questi anni appare in questa prospettiva la medicina necessaria per rivitalizzare la nostra democrazia. Così come l’occasione di porre al centro del dibattito delle istituzioni rappresentative la partecipazione popolare come strumento consultivo o decisionale per affrontare le grandi urgenze del nostro tempo.
Dal contrasto al collasso climatico alle scelte di fine vite, passando per forme più libere di responsabilità procreativa e genitoriale, Marco ha tracciato tra le urgenze del nostro tempo il filo rosso delle scelte e dei cambiamenti sociali realmente partecipati, attivando referendum che hanno risvegliato le passioni e gli entusiasmi di circa due milioni di italiani, chiedendo l’istituzione di assemblee dei cittadini e delle cittadine da affiancare a Parlamento e Governo, ma anche promuovendo un modello politico, come quello fatto vivere insieme a Virginia Fiume del movimento paneuropeo “Eumans”, di attivazione della democrazia non confinato agli Stati-nazione ma che tende ad unire tutta l’Europa e i popoli che vi abitano.
Per queste ragioni, e non solo, si può e anzi si deve parlare di un’opportunità storica per tutti e tutte, per coloro che risiedono nei collegi di Monza e Brianza così come per i partiti, di sostenere e di votare Marco Cappato al Senato. Con Radicali Italiani continueremo a dire e a passare la parola: forza Marco!