Potrebbe essere la volta buona, la prossima settimana, per l’elezione dei giudici della Corte costituzionale di competenza parlamentare. Martedì alle 13 è infatti convocato il Parlamento in seduta comune per la ricomposizione del plenum della Consulta. Si tratta del 13/esimo scrutinio per un giudice e del quarto per tre giudici, ma il quorum è in ogni caso dei 3/5 e quindi le possibilità di una fumata bianca crescono, anche per l’accordo in via di definizione tra maggioranza e opposizione, dopo mesi di stallo.

E anche perché dalla Consulta è arrivato una specie di ultimatum, espresso in una nota dai toni non esattamente concilianti. «Considerata la convocazione per martedì 14 gennaio del Parlamento in seduta comune per l’elezione di quattro giudici costituzionali, il Presidente facente funzioni della Corte costituzionale, Giovanni Amoroso, ha firmato il decreto con cui si posticipa dal 13 al 20 gennaio, termine ultimo previsto per legge, la camera di consiglio partecipata in cui verrà giudicata l’ammissibilità dei referendum abrogativi richiesti e ritenuti conformi alla legge dall’Ufficio centrale per i referendum della Corte di cassazione», si legge nel comunicato.

Una presa di posizione che arriva dopo svariate richieste al Parlamento di ottemperare al dovere di elezione dei quattro giudici mancanti, o meglio del giudice vacante da più di un anno e degli altri tre che si sono aggiunti da qualche settimana. Uno stallo “all’italiana” che potrebbe vedere la fine proprio martedì, quando a meno di sorprese sarà rispettato lo schema 2-1-1 previsto, e cioè due giudici di area centrodestra, uno vicino al centrosinistra e un tecnico.

«Al momento non c’è nessun accordo, abbiamo avviato delle interlocuzioni», ha detto giovedì al termine della capigruppo di Montecitorio la vice capogruppo del M5S alla Camera, Vittoria Baldino, ma per la leader dei deputati dem, Chiara Braga, «il Parlamento è chiamato dalla Costituzione a costruire una soluzione il più possibile condivisa per ricostruire il plenum della Corte Costituzionale, e dopo avere sventato le forzature che la destra aveva pensato di fare ora la dialettica, il confronto, mi auguro possa portare all’elezione dei giudici».

Un confronto, quello tra maggioranza e opposizione, chiesto anche dalla stessa presidente del Consiglio, anche se da Avs non mancano di rimarcare l’incoerenza del messaggio. «La presidente Giorgia Meloni parla di dialogo con le opposizioni in merito alla prossima e urgente elezione dei giudici costituzionali - hanno detto Luana Zanella e Peppe De Cristofaro, capigruppo di Avs alla Camera e al Senato, dopo la conferenza di inizio anno dell’inquilina di palazzo Chigi - Meglio tardi che mai, tuttavia noi fin qui non abbiamo ricevuto nessuna richiesta di confronto».