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«L’economia italiana è ufficialmente in stallo». L’ultima sentenza arriva dal segretario generale dell’Ocse, Angel Gurria, e il governo, per una volta ricompattato, non la prende affatto bene.
Soprattutto quando Gurria, nella sua relazione, entra deciso nell’agenda del contratto giallo- verde. A cominciare da quota 100, «la cui eliminazione consentirebbe di liberare 40 miliardi fino al 2025, un valore vicino al 2% del Pil».
Poi, con una buona dose di umorismo, Gurria aggiunge: «So che quota 100 è una misura temporanea, ma da ex ministro so che non c’è niente di più permanente di una misura temporanea».
Replica secca del vicepremier Di Maio: «Prima l’Ocse ci ha chiesto di non cancellare la Fornero, oggi scrive che bisogna subito abrogare quota 100 perché crea debito. Rispetto l’opinione di tutti, ma quando non perdi occasione per sparare contro il mio paese e contro gli italiani no, mi dispiace, ma questo non lo accetto. Andiamo avanti così, con lo scopo di restituire dignità ai cittadini. Qualcuno seduto su una scrivania lontano migliaia di chilometri crede che l’Italia per ripartire debba attuare politiche di austerity? Bene, le facessero a casa loro. I nostri prossimi passi sono un abbassamento del carico fiscale alle imprese e un grande aiuto alle famiglie».
Poi lo slogan finale: «No intromissioni, grazie. Sappiamo quello che stiamo facendo!». E Salvini rincara: «Su Quota 100 non torno indietro, il rapporto Ocse mi scivola addosso». Chiude il premier Conte che parla di «grave dissenso».
Ma le critiche e le preoccupazioni dell’Ocse non riguardano solo Quota 100. Nella sua relazione Gurria prende di mira anche il reddito di cittadinanza che «incoraggia l’occupazione informale e crea trappole della povertà».
Più in generale, secondo l’Ocse «l’economia italiana è ufficialmente in stallo», anche a causa dell’eccessivo «debito pubblico che fa correre gravi rischi alla stabilità del sistema bancario ritrovata» faticosamente con gli interventi degli ultimi anni.
Gurria ha poi spiegato che, nonostante i miglioramenti, nel mercato del lavoro italiano persiste un tasso di occupazione femminile molto basso, soprattutto se confrontato con altri paesi europei». Ma le disparità non riguardano solo il genere ma anche la divisione tra Nord e Sud : «Tali disparità persistenti e più radicate mostrano un tasso di occupazione del 70 per cento a Bolzano e al 40 per cento in Calabria». Non solo, secondo l’Ocse «il sistema fiscale vigente aggrava ancora di più queste disparità».
L’ultimo appunto riguarda il tenore di vita dei cittadini che sarebbe addirittura fermo al 2000. Chiude la giornata il ministro dell’Economia Giovanni Tria che replica serafico al vicepremier grillino Di Maio: «L’Ocse non ha affatto parlato di austerity».