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Matteo Renzi si accoda a Matteo Salvini sul coprifuoco e insieme obbligano la maggioranza a una mediazione. Il governo si impegna infatti a valutare entro maggio, «sulla base dell’andamento del quadro epidemiologico oltre che dell’avanzamento della campagna vaccinale, l’aggiornamento delle decisioni prese». Recita così il testo di un ordine del giorno (riformulato) approvato alla Camera da tutti i partiti che sostengono Draghi. Lo strano asse Salvini- Renzi ha dunque la meglio sul fronte Letta- Conte, meno favorevole alle riaperture ravvicinate. Arbitro della contesa: il ministro 5S per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà, che fa la spola tra Montecitorio e Palazzo Chigi per individuare un punto di caduta accettabile per tutti. E nonostante l’odg impegni la maggioranza solo a rivalutare il coprifuoco entro maggio in base ai dati pandemici, c’è quanto basta per far esultare Salvini. «Non ha vinto nessuno, non ha perso nessuno, a dimostrazione del fatto che non era un capriccio della Lega», dice l’ex ministro dell’Interno con spirito conciliatorio, prima di lanciare l’affondo: «Ho letto dichiarazioni imbarazzanti di Zingaretti e Orlando. Ma se tutti i sindaci, i governatori, gli imprenditori chiedono il ritorno alla normalità, se i dati sono positivi, ci sarà stato un motivo», aggiunge compiaciuto il numero uno di via Bellerio.
La Lega ha di che esultare, visto che fino a poche ore prima sembrava impensabile arrivare a un compromesso simile, viste le resistenze di Pd e M5S. Non solo, Salvini obbliga la maggioranza a seguirlo per poi abbandonarla dopo il trionfo, quando alla Camera bisogna votare l’ordine del giorno presentato da Fratelli d’Italia, quello per l’abolizione immediata del coprifuoco. La Lega e Forza Italia non partecipano al voto, mentre dem, grillini e sinistra si schierano convintamente contro. «La destra, Forza Italia e Lega decidano che lingua parlano, se quella che usano a Palazzo Chigi quando approvano i provvedimenti del governo o quella dell’aula, quando inseguono la Meloni», esplode il deputato Pd Emanuele Fiano, mentre Italia viva si congratula solo per il compromesso raggiunto in maggioranza.
In mattinata, infatti, era stato Matteo Renzi a giocare di sponda col leader della Lega, sostenendo la battaglia salvianiana sulle riaperture. «Nei prossimi giorni il coprifuoco andrà tolto o l’orario prolungato», è il messaggio che l’ex premier consegna ai lettori della sua e- news, allontanandosi drasticamente dalla linea giallo- rossa della prudenza. «Regalare questa battaglia a Salvini, a mio giudizio, è un errore politico di quelle forze di maggioranza che, sognando, immaginano un Papeete2», scrive Renzi, convinto che il capo del Carroccio non abbia alcuna intenzione di uscire dall’esecutivo, memore della «lezione del 2019». La frecciatina è ovviamente rivolta a Enrico Letta e Giuseppe Conte, che il giorno prima avevano invitato Salvini a chiarire una volta per tutte la posizione della Lega sull’esecutivo Draghi, bombardato un giorno sì e l’altro pure proprio sul coprifuoco. Troppo ghiotta per Renzi l’opportunità di distinguersi dai potenziali alleati e provare a sparigliare ancora per non coglierla. E così, il leader di Iv si schiera col Carroccio, determinando gli equilibri di maggioranza.
«Renzi vuole abolire il coprifuoco? È un argomento stravagante, bisogna capire se la battaglia che fa anche Salvini è giusta oppure no», commenta infastidito, il ministro dem del Lavoro, Andrea Orlando. «Siamo tutti contro il coprifuoco, bisogna capire quando si può fare questo passo in base ai contagi», aggiunge. E alla fine sarà esattamente questa la linea approvata con l’odg dalla maggioranza. Eppure a cantar vittoria sono solo i due Matteo, convinti, rispettivamente, di aver tolto un’arma dalle mani di Giorgia Meloni e di aver messo in crisi la strategia di Conte e Letta.