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Riforma Cartabia, Di Maio: «Tranquilli, passerà anche al Senato»
Il confitto ucraino è sempre di più anche una "guerra" diplomatica. Via via che si diffondevano le immagini d’orrore da Bucha, nel giro di ventiquattr’ore la Germania, la Francia, la Danimarca e l’Italia hanno annunciato l’espulsione di un elevato numero di funzionari diplomatici russi, a cui sono subito seguiti gli annunci di reazioni dure, e speculari, da parte di Mosca. L’ultima in ordine di tempo è stata Roma: il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha annunciato questa mattina che il segretario generale della Farnesina, Ettore Sequi, «ha convocato l’ambasciatore della Federazione russa in Italia, Serghej Razov, per notificargli la decisione del governo italiano di espellere 30 diplomatici russi in quanto persone non grate». «Questa misura presa in accordo con altri partner europei e atlantici si è resa necessaria per ragioni legate alla nostra sicurezza nazionale e nel contesto della situazione attuale di crisi conseguente all’ingiustificata aggressione all’ucraina da parte della Russia», ha spiegato il capo della Farnesina. La risposta di Mosca certo non si è fatta attendere: come ha dichiarato all’AGI la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, la Russia «espellerà diplomatici italiani» attualmente in servizio in Russia. In una risposta precedente, Zakharova aveva parlato di una «risposta adeguata». Già prima dell’annuncio di Roma, l’ex presidente russo Dmitri Mevedev, attualmente vicepresidente del Consiglio di sicurezza, aveva rilasciato una dichiarazione stizzita in reazione all’espulsione dei diplomatici dei vari Paesi europei, evocando una reazione «simmetrica e distruttiva per le relazionibi laterali», mentre le cacciate dei funzionari d’ambasciata sarebbero «inutili» e porterebbero solo «al vuoto». Ieri era stata la Germania a dare l’avvio all’ondata di espulsioni: quaranta diplomatici sono stati dichiarati «persone non grate» da Berlino, esplicitamente come una reazione «agli orrori contro civili» di Bucha. Come ha spiegato la ministra agli Esteri tedesca, Annalena Baerbock, le persone colpite dal provvedimento sono considerate «appartenenti ai servizi d’intelligence russi», i quali «rappresentano una minaccia per coloro che da noi cercano protezione». Aggiunge la numero uno della diplomazia tedesca che i collaboratori dell’ambasciata russa in via d’espulsione - che hanno cinque giorni di tempo per lasciare il Paese - «hanno lavorato tutti i giorni contro la nostra libertà e contro la coesione della nostra società». Berlino collega la mossa (che è stata salutata con grande favore dai servizi d’intelligence tedeschi, che negli ultimi anni hanno numerose volte denunciato l’attivismo degli 007 russi sul suolo tedesco) direttamente alla scoperta delle uccisioni di civili a Bucha: per Baerbock si tratta di immagini «che testimoniano della incredibile brutalità della leadership russa», così come «di una determinazione alla distruzione che scavalca tutti i confini». La ministra degli Esteri teme che si vedranno altre immagini analoghe in altre località occupate dalle forze russe: «A questa mancanza di umanità dobbiamo contrapporre la forza della nostra libertà e della nostra umanità, ma deve essere chiaro che dobbiamo essere pronti a difenderla, questa libertà». Baerbock ha anche precisato che il governo tedesco avvierà ulteriori reazioni in sintonia con i suoi alleati: «Continueremo a rafforzare le sanzioni contro la Russia, estenderemo con decisione il nostro sostegno alle forze armate ucraine e rafforzeremo la fiancata orientale della Nato». L’ambasciata russa che ha la sua sede al viale di Unter den Linden ha risposto con durezza: l’espulsione «peggiorerà ulteriormente» le relazioni tra la Russia e la Germania, mentre la cacciata dei suoi funzionari viene definita «immotivata», ed avrà l’effetto di «restringere gli spazi di dialogo». L’analogo annuncio della Francia era arrivato ieri a poche ore da quello di Berlino: un «grande numero» (35, secondo alcuni fonti) diplomatici russi saranno espulsi da Parigi, dato che le loro attività «contrastano gli interessi di sicurezza francesi», come comunicato dal ministero degli Esteri d’Oltralpe. Anche la Lituania si è mossa in queste sul fronte diplomatico, espellendo l’ambasciatore russe e richiamando il proprio inviato a Mosca. E ancora: anche la Danimarca, tramite il suo ministro degli Esteri Jeppe Kofod, ha reso noto di aver notificato a «15ufficiale dei servizi russi» che hanno 14 giorni per lasciare il Paese. «Non accettiamo lo spionaggio russo sul suolo danese», ha spiegato Kofod, che ha voluto comunque sottolineare che l’ambasciatore russo e gli altri funzionari non sono colpiti dal provvedimento. La settimana scorsa altri Paesi avevano provveduto ad espellere diplomatici russi: tra questi gli Usa, i Paesi Bassi, la Polonia, la Bulgaria, la Slovacchia, la Repubblica Ceca, l’Irlanda ed il Belgio. L’offensiva diplomatica è strettamente correlata al rafforzamento delle sanzioni nei confronti della Russia: ulteriori misure sono state discusse oggi dal ministro degli Esteri francesi Jean-Yves Le Drian con la sua omologa tedesca Baerbock, a margine della conferenza a sostegno della Moldavia, travolta da un’onda immensa di profughi in arrivo dall’Ucraina.