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MARCO BUCCI SINDACO DI GENOVA
Se le proiezioni saranno confermate dallo spoglio completo dei dati reali, dunque, il sindaco di Genova Marco Bucci, sostenuto dal centrodestra, diventerebbe – il condizionale è sempre d'obbligo in questi casi - il successore di Giovanni Toti alla guida della Regione Liguria con un distacco rispetto ad Andrea Orla
nd o che oscilla tra uno e due punti.Un risultato dai molti significati, alcuni dei quali non potranno non riverberarsi sulla situazione nazionale. La prima e più immediata considerazione è che il governo guidato da Giorgia Meloni esce rafforzato, soprattutto se si considerano le premesse e le condizioni in cui l'elezione ligure è stata indetta e il clima in cui si è sviluppata la campagna elettorale.
In questo territorio, come è noto, si è andati anticipatamente ad elezioni per effetto dell'inchiesta sul presunto voto di scambio che prima ha portato agli arresti domiciliari e quindi alle dimissioni Toti. Molti addetti ai lavori, dunque, avevano pronosticato una vittoria del centrosinistra proprio in virtù della fine per via giudiziaria della giunta di centrodestra. Tenendo conto del fatto che alle prossima tornata elettorale regionale, prevista tra qualche settimana in Emilia-Romagna e in Umbria i pronostici arridono al centrosinistra, la prospettiva di un tre a zero inquietava non poco Palazzo Chigi, che ora chiaramente si trova in una condizione di maggiore serenità, potendo anche accettare la sconfitta in un territorio storicamente “rosso” come quello emiliano.
L'altro elemento importante è che l'aspetto giudiziario, che ha determinato la caduta di Toti, non ha avuto alcuna influenza sulle scelte degli elettori liguri. Al contrario, il centrodestra ha anche guadagnato consensi in termini percentuali, rispetto alle ultime Europee, che si sono svolte proprio nel pieno dell'inchiesta su Toti (che era ai domiciliari).
Quattro mesi fa i partiti del centrodestra che appoggiano Bucci hanno ottenuto circa il 44 per cento, a fronte di un Campo largo che si avvicinava al 50 per cento, senza contare Italia Viva. Oggi le percentuali, stando a ciò che le prime proiezioni hanno indicato, si sarebbero quasi invertite e la cosa non è di poco conto, perché in un certo senso la campagna elettorale dell'opposizione è iniziata con la manifestazione dello scorso luglio, con cui Pd, M5s e Avs a Genova hanno chiesto a Toti di dimettersi per l'inchiesta che lo aveva colpito.
Ma la scelta di un candidato civico, non legato al governatore uscente, da parte del centrodestra, ha riportato il dibattito sulle capacità dei contendenti e sul loro profilo. Probabilmente, per Bucci ha contato il rapporto col territorio (al netto del risultato non esaltante di Genova), quest'ultimo forse mancante nel rivale Andrea Orlando, candidato con un profilo nazionale. La premier Giorgia Meloni, parlando alla manifestazione di chiusura del centrodestra, partendo dall'attualità nazionale e dalle polemiche con una parte della magistratura rispetto alla sentenza del tribunale di Roma sui migranti e su alcune frasi scritte dal sostituto Pg della Cassazione Patarnello, ha spinto l'acceleratore sulla necessità della riforma della giustizia (che a quanto pare subirà un'accelerazione in Parlamento), convinta che questo non alienasse consenso a Bucci. Stessa cosa, ovviamente, vale per la Lega, il cui leader Salvini ha insistito molto sul processo a suo carico a Palermo.
Scommesse entrambi vinte, come testimonia anche il risultato del Carroccio, mentre per Fratelli d'Italia, che perde una dozzina di punti percentuali rispetto alle Europee e cede lo scettro del primo partito al Pd, c'è da considerare il peso delle liste civiche collegate a Bucci, che certamente hanno drenato del consenso al partito della presidente del Consiglio. Ma la circostanza potrebbe addirittura non irritare più di tanto Meloni, preoccupata in questa fase per la coesione dell'alleanza di centrodestra.
Meno bene Forza Italia, che arretra in termini percentuali e viene staccata dalla Lega, ma che verosimilmente paga più di qualche voti alle liste civiche moderate di centrodestra. E' lecito pensare, dunque, che il responso degli elettori in Liguria darà ulteriore spinta alla determinazione di Meloni e del Guardasigilli Nordio di procedere senza indugio all'approvazione del pacchetto completo giustizia, comprensivo – oltre che della separazione delle carriere – della stretta sulla durata delle intercettazioni e di un nuovo regime della prescrizione. Su questo fronte, oggi sarebbe previsto un incontro tra Nordio e gli esponenti di maggioranza delle commissioni parlamentari interessate dai provvedimenti, e il risultato ligure è certamente un buon viatico nel senso dell'accelerazione.