Giovanni Toti si è dimesso da presidente della Regione Liguria. Era già sospeso dopo l'arresto del 7 maggio scorso. A distanza di oltre due mesi dal primo arresto per corruzione e a pochi giorni dal secondo per finanziamento illecito, la decisione di Toti di "dimissioni irrevocabili" è stata consegnata dall'assessore alla Protezione civile, Giacomo Giampedrone, delegato dallo stesso governatore, all'ufficio protocollo della Regione.

L’annuncio è accompagnato da una lunga lettera in cui il governatore spiega che "dopo tre mesi dall'inizio dei miei arresti domiciliari e la conseguente sospensione dall'incarico che gli elettori mi hanno affidato per ben due volte, ho deciso sia giunto il momento di rassegnare le mie irrevocabili dimissioni da Presidente della Giunta Regionale della Liguria". Nella missiva Toti sottolinea di assumersi "tutta la responsabilità di richiamare alle urne, anticipatamente, nei prossimi tre mesi, gli elettori del nostro territorio, che dovranno decidere per il proprio futuro".

Intanto, al più tardi lunedì verrà presentata la duplice istanza di revoca dei domiciliari per i reati di corruzione e di finanziamento illecito, fa sapere il suo legale, Stefano Savi, che ha rimarcato come ci sia tutto l'interesse del suo assistito ad avere "un giudizio rapido", quindi nulla in contrario al giudizio immediato. “La nostra considerazione è sulla misura, che potrebbe anche venir meno col giudizio immediato in atto” ha spiegato Savi. 

Nella lettera Toti rimarca che "oggi sento come necessario che i cittadini tornino ad esprimersi per ridare alla politica, al più presto, quella forza, quella autorevolezza, quello slancio, indispensabili ad affrontare le moltissime sfide che la Regione ha di fronte per continuare nel percorso di modernizzazione e crescita economica". "Sono certo – aggiunge - che i liguri sapranno giudicare e scegliere per il proprio meglio, e sapranno valutare l'impegno messo da tutti noi, i difficili momenti che abbiamo vissuto ed affrontato insieme, dal Ponte Morandi al Covid".

Per Toti, ai domiciliari dal 7 maggio per corruzione, era arrivata una seconda accusa per finanziamento illecito, per più di cinquemila passaggi pubblicitari elettorali sul pannello posizionato sulla Terrazza Colombo sul tetto del grattacielo di piazza Dante a Genova in occasione delle elezioni comunali del 2022 del valore di 55.600 euro, passaggi «offerti da Esselunga spa in modo occulto», secondo gli inquirenti.

Convocato una settimana fa nella caserma della Guardia di Finanza della Spezia, il governatore, video collegato con la procura di Genova e con lo studio legale del suo avvocato Stefano Savi, non aveva risposto alle domande e non ha rilasciato dichiarazioni spontanee. E non chiederà di essere sentito, dal momento che le nuove contestazioni non aggiungono nulla alla precedenza ordinanza, come chiarito dall’avvocato Stefano Savi. Il quale intanto ha depositato il ricorso in Cassazione contro il provvedimento del Riesame che aveva rigettato l’istanza di revoca dei domiciliari per l’accusa di corruzione