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L’ex ministro dimissionario Lorenzo Fioramonti rispedisce al mittente le accuse di morosità mosse dai suoi ex colleghi 5 Stelle. «Dopo aver restituito puntualmente per un anno, come altri colleghi, ho continuato a versare nel conto del Bilancio dello Stato e le mie ultime restituzioni ha chiarito - saranno donate sul conto del Tecnopolo Mediterraneo per lo Sviluppo Sostenibile, un centro di ricerca pubblico che, da viceministro prima e da ministro poi, ho promosso a Taranto, una città deturpata da un modello di sviluppo sbagliato». Poi sfrutta l’occasione per attaccare ancora la gestione di Casaleggio e dei vertici pentastellati: «In tanti, nel Movimento, abbiamo contestato un sistema farraginoso e poco trasparente di rendicontazione».
Dopo le polemiche, tuttavia, nel governo si apre il totonomi per la sostituzione del titolare del dicastero di viale Trastevere. Se nelle prime ore dopo le dimissioni il nome gradito ai 5 Stelle sembrava essere quello del presidente della Commissione Antimafia, Nicola Morra ( tra i più insoddisfatti, da “ripagare” perchè non ceda a lusinghe esterne), ora in pole c’è Lucia Azzolina. A stretto giro, Salvatore Giuliano, molto considerato per la sua esperienza politica e amministrativa. E poi, più staccati, Luigi Gallo, Francesco D’Uva.
Per il successore, però, si esprime anche il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, che si è affrettato a ricordare come la scelta spetti al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Il premier dovrà necessariamente trovare il nuovo ministro tra i ranghi pentastellati, per non alterare i già precari equilibri del governo, ma la sua voce peserà nella scelta che non potrà essere semplicemente frutto delle analisi interne dei grillini. Su quel fronte, il profilo che piace «è quello di un politico, non certo di un tecnico, con esperienza nel mondo dell’Istruzione». Pochi indizi, ma che sembrano rimandare appunto proprio a Lucia Azzolina, classe 1982, attuale sottosegretaria all’Istruzione, già docente e sindacalista.