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Enrico Letta
«Il vaccino è libertà. Di viaggiare, divertirsi, incontrare, assistere a spettacoli». Il segretario del Pd, Enrico Letta, chiude così la festa dell'Unità di Bologna, tra standing ovation e linee guida per il futuro. «Chi non si vuole vaccinare è contro l'altrui libertà e non può essere premiato. Chi è ambiguo su Green Pass e vaccinazioni è contro la salute degli italiani, contro i lavoratori e gli imprenditori. E noi siamo il partito dei lavoratori e degli imprenditori. Domani inizia la scuola e non si farà in dad mai più, mai più. Abbiamo il dovere di garantire la scuola in presenza tutto l'anno, è un impegno che ci prendiamo», aggiunge Letta, rispolverando la retorica del partito interclassista capace di rappresentare tutti i settori della società.E tornerà, Letta, sulla pandemia anche in chiusura del suo intervento: Ma assicura: «Da questa pandemia si uscirà verso sinistra», evitando sterzate a destra. Il Pd proverà a fare la sua parte, conducendo in Parlamento battaglie sui diritti: «Arriveremo all'approvazione finale del ddl Zan e vogliamo usare un anno e mezzo di legislatura per non ripetere l'errore che facemmo alla fine della scorsa legislatura di non varare una nuova legge sulla cittadinanza», dice il segretario, riaprendo il fronte di scontro con la Lega. «Noi sosteniamo questo governo in modo leale e vogliamo che il governo Draghi duri fino alla scadenza naturale della legislatura e attui un programma fatto di riforme che era troppo tempo che non si riuscivano a fare: dopo il passaggio sulla giustizia andremo determinati sulla riforma fiscale. C'è il tema agenda digitale e sociale, a partire dall'avere imparato la lezione che la sanità pubblica non si tocca. Poi c'è la riforma dell'apprendistato, perché lo stage non può essere il modo per entrare nel mondo del lavoro, e gli ammortizzatori. Saremo esigenti sul tema ambientale». Il segretario omaggia anche il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, indicandolo come esempio da seguire. E poi elenca i motivi del suo ritorno in campo, le ragioni che l'hanno spinto a bere "l'amaro calice" di guidare una comunità lacerata dopo le dimissioni di Nicola Zingaretti. Le motivazioni hanno il volto del «volontario di Torino» o dei «ricercatori dell'istituto oceanografico di Reggio Calabria, l'orgoglio. Sono orgoglioso di aver raccolto il testimone da Nicola Zingaretti. Sono orgoglioso di essere il segretario di una comunità che organizza impegni politici come a Bologna e in tutta Italia. Orgoglioso dei volontari e dei dipendenti. Sono orgoglioso di Bologna, dell'Emilia Romagna, del nostro partito, dei nostri candidati come Matteo Lepore». Letta ringrazia anche Papa Francesco, a cui oggi è «toccato» il premier ungherese Viktor Orban. «Il popolo ungherese si rivolterà e troverà un'alternativa al primo ministro Viktor Orban. Serve una politica estera comune: dopo l'uscita caotica, disordinata e vergognosa dell'Occidente dall'Afghanistan, l'Europa deve pensare a una politica comune. Dobbiamo aprire un altro capitolo, quello della difesa e della politica estera comune dell'Ue. Ringraziamo i nostri militari attraverso il ministro della Difesa Lorenzo Guerini. L'Italia è il Paese Ue che ha messo in salvo più persone afghane in pericolo di vita. Ma non facciamo con l'Afghanistan quello che è successo in Siria, con una gestione vergognosa», dice Letta.