PHOTO
I temi al centro dell’agenda politica alla ripresa dei lavori fanno già prevedere un autunno caldo. E forse non aiuterà la concomitante campagna elettorale per le amministrative di inizio ottobre, che proprio a settembre entrerà nel vivo. Un primo assaggio del clima che potrebbe caratterizzare l’avvio dei lavori parlamentari e dell’attività di governo alla ripresa a settembre si è avuto tra fine luglio e inizi agosto: maggioranza in continua fibrillazione, distinguo e veti incrociati, poi la ritrovata unità su spinta della mediazione messa in campo dal premier Mario Draghi, come accaduto ad esempio sulla riforma del processo penale o sul nuovo decreto green pass. Tensioni che, secondo diversi parlamentari di maggioranza, sono state dettate non solo dalle differenti posizioni su specifici temi, ma anche dall’avvio del semestre bianco che - è il timore di molti e, in particolare, dei partiti più "governisti" - potrebbe segnare una sorta di "liberi tutti" venendo meno la minaccia (o l’auspicio) del voto anticipato. Fatto sta che l’agenda politica e parlamentare del prossimo autunno è ricca di temi e provvedimenti. Come ha spiegato lo stesso Draghi, salutando i giornalisti prima delle vacanze (due le settimane di ferie per l’esecutivo) e rivendicando il buon lavoro fatto finora, al rientro il governo dovrà mettere in campo «la stessa determinazione, se non maggiore, per affrontare le sfide e le risposte che dobbiamo dare a problemi urgenti, gravi» e in particolare «ci sono tutti i problemi che riguardano il lavoro e la sicurezza», ha sottolineato. Draghi ha elencato tra i vari temi in agenda, in primis, la questione Covid: «Cosa temere di più nei mesi a venire? Dobbiamo essere sicuri di aver fatto di tutto per evitare che la pandemia si aggravi: che basti o no non lo sappiamo. Tutto viene fatto sulla base delle evidenze e dei dati di oggi», ha osservato. Quindi, pandemia e lavoro, ma anche il capitolo scuola, con la ripartenza in presenza - è questo l’obiettivo - dell’anno scolastico. Poi le aziende in crisi (il Cdm nell’ultima seduta prima delle ferie ha varato un decreto ad hoc, con il rinvio a maggio dell’entrata in vigore del codice della crisi d’impresa), la riforma degli ammortizzatori sociali, l’agenda del Pnrr, la delega sulla riforma fiscale, la delega sulla concorrenza: «Insomma, la lista è lunga», ha ammesso lo stesso premier. Anche se non subito a settembre, ma comunque prima dell’inverno, il governo dovrà poi affrontare altri due temi "spinosi": il reddito di cittadinanza e Quota 100. Il primo è uno storico cavallo di battaglia dei 5 stelle, che non intendono rinunciarvi nonostante le "picconate" che arrivano dalle altre forze politiche di maggioranza, Italia viva in testa («È troppo presto per dire se verrà riformato ma il concetto alla base del reddito di cittadinanza io lo condivido in pieno», ha detto Draghi). Il secondo è un provvedimento baluardo della Lega, ma "scade" a fine anno e nella maggioranza c’è chi lo dà già per defunto. È prevedibile una meticolosa opera di mediazione da parte del premier anche sul fronte fisco: le commissioni Finanze di Camera e Senato hanno svolto una lunga serie di audizioni nell’ambito di una indagine conoscitiva (durata sei mesi), stilando una bozza di proposta. Inizialmente previsto per fine luglio, il ddl delega del governo sulla riforma fiscale è slittato a settembre. La riforma fiscale rientra nella road map delle riforme da approvare nell’ambito del Pnrr: tempi stretti, quindi. Il governo dovrà anche varare il ddl sulla concorrenza, slittato a settembre per non aggiungere tensioni a quelle già in essere sulla riforma penale. C’è poi il capitolo "spinosissimo" della giustizia: non solo la riforma penale, che ha già superato, non senza difficoltà, il primo scoglio del voto alla Camera e che sarà all’esame del Senato subito alla ripresa dei lavori a inizio settembre e il cui testo dovrebbe arrivare in Aula "blindato" (non è affatto escluso infatti il ricorso alla fiducia) per evitare assalti alla diligenza e modifiche (già annunciate dal neo eletto presidente M5s Giuseppe Conte) che comporterebbero una terza lettura del provvedimento già frutto di una difficile mediazione e, quindi, riaprire il dossier sarebbe rischioso. Da affrontare in autunno c’è anche la riforma del processo civile, all’esame di palazzo Madama. La commissione tecnica voluta dalla Guardasigilli Cartabia ha predisposto le sue proposte, ora tocca alle forze politiche raggiungere un’intesa sul complesso del testo. La giustizia civile e la velocizzazione dei tempi dei processi rientrano tra gli impegni assunti con Bruxelles nell’ambito del Pnrr. Infine, il tema della riforma del Csm. Anche in questo caso la commissione Cartabia ha avanzato delle proposte. Ma il tema è tra quelli "divisivi" e non sarà di rapida soluzione, almeno stando alle previsioni di chi si occupa del dossier. Quanto agli altri temi all’attenzione del Parlamento, alla Camera, subito alla ripresa dei lavori il 6 settembre, è già calendarizzato per l’Aula il decreto sul Green pass, le cui misure sono entrate in vigore il 6 agosto. Con ogni probabilità nel testo saranno fatte confluire anche le ulteriori misure varate dal Cdm sempre sulla certificazione verde. Non si escludono tensioni: in commissione sono stati presentati circa 1.300 emendamenti (900 quelli della Lega) e nel partito di Salvini hanno già fatto sentire la loro voce alcuni parlamentari contrari alla misura. Sempre alla Camera, subito a settembre, dovrà essere esaminato e licenziato (entro il 18) in via definitiva il decreto sullo stop alle Grandi navi nella laguna di Venezia. Tra i temi in agenda anche la proposta di legge sulla parità salariale, la lotta contro il gender pay gap e contro le discriminazioni di genere sul posto di lavoro (si è già svolta la discussione generale, pdl fortemente voluta dal Pd) e la proposta di legge in quota FdI sull’equo compenso (ma vanno risolti alcuni problemi di coperture, tanto che il testo è dovuto tornare in commissione). Infine, il capitolo "diritti": si preannuncia ancora complicato l’iter del ddl Zan contro l’omotransfobia, all’esame del Senato ma finito in stand by per le divisioni interne alla maggioranza. Pd, M5s e Leu insistono affinché sia approvato senza alcuna modifica nella stessa versione già licenziata dalla Camera, mentre Lega e Forza Italia vogliono eliminare dal testo alcune parti ritenute "divisive" (a partire dall’identità di genere). Determinanti i voti di Italia viva, che a Montecitorio aveva votato a favore ma nel passaggio al Senato ha sollevato perplessità chiedendo alcune modifiche. A settembre si riaprirà la partita sui numeri in Aula. L’ufficio di presidenza del gruppo Pd di palazzo Madama, prima di chiudere per ferie, ha deciso di chiedere alla prima capigruppo dopo la pausa estiva di tornare in Aula subito a settembre. Sottoposte a meno pressing ma dall’iter non meno complesso le proposte di legge all’esame delle commissioni di Montecitorio sull’eutanasia legale e sulla legalizzazione della cannabis. Le diverse posizioni dei partiti di maggioranza fanno ipotizzare un esame parlamentare lungo. Giusto un’annotazione sulle riforme: dalla legge elettorale fino ai "correttivi" al taglio dei parlamentari, al momento è tutto fermo in "congelatore".