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Tra il sindaco di Milano e il fondatore del Movimento 5 Stelle c'è feeling politico. Lo ha rivelato Repubblica e lo ha confermato oggi lo stesso Giuseppe Sala. L'incontro sarebbe avvenuto nelle ultime settimane. «È un dialogo che nasce da una comunanza di visione su tanti temi», spiega il primo cittadino. «La cosa bella per me è che io non ho nulla da chiedere a lui, e lui non ha nulla da chiedere a me. Quindi è un dialogo tra due persone che si piacciono dal punto di vista di alcune idee e anche come relazione amicale, tutto qui», racconta Sala, entrando a gamba tesa nel dibattito interno al Pd che vede contrapposti i sostenitori dell'alleanza di lungo periodo col Movimento 5 Stelle e i teorizzatori dell'accordo temporaneo e di scopo. «Non ci sono percorsi definiti ma è qualcosa che a me gratifica molto, è uno scambio che trovo molto stimolante», prosegue Sala, che mette in guardia i compagni di partito convinti che i grillini abbiano ormai perso appeal per l'elettorato. Anche se scendessero al 15 per cento dei consensi non sarebbero certo «finiti», sottolinea il sindaco dem. «Mettiamola così: il Pd è una forza di sinistra. I 5stelle al loro interno hanno una parte di sinistra e una parte che non lo è», argomenta Sala. «È abbastanza evidente. È un elemento diverso ed è un movimento che ha raccolto interesse di tanti cittadini. Il loro momento di difficoltà è evidente: io però non appartengono a quelli che dicono "ecco sono finiti". Se anche avessero il 15 per cento è un 15 per cento di italiani che danno ancora loro fiducia». E secondo il primo cittadino meneghino, ls componente di sinistra va guardata con attenzione: «C'è una componente all'interno del M5s che ha un'attenzione al sociale che è simile alla nostra e alla mia, e che io personifico in Beppe Grillo perché abbiamo questo rapporto. Abbiamo tante idee in comune ma al momento la cosa bella è che parliamo delle nostre idee. Credo sia bello avere un rapporto in cui tu sai che dialoghi con una persona non avendo niente da portare a casa, per il piacere dello scambio intellettuale», conclude.