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Ma Peter Gomez, direttore del Fatto Quotidiano online, e i suoi seguaci, al referendum voteranno Sì o No? E i grillini? Non quelli che li scelgono per votare contro tutti gli altri messi assieme. Ma l'elite del M5s che, dopo le amministrative di Torino, ha cominciato a sognare di potersi impadronire in una sola botta di Governo, Regioni e migliaia di Comuni piccoli e grandi, come farà votare?Sulle posizioni ufficiali nessun dubbio. Il Fatto dall'inizio di questa vicenda tira su quattrini per Travaglio facendo pubblicità in prima pagina all'istant-book «Perché No». Intanto, il capo designato dei pentastellati, Alessandro Di Battista, viaggia in moto evocando il Che e un'opposizione dura e pura che vota No. Ma dalla propaganda ai fatti il quadro sembra capovolgersi. Vediamo.Il M5s deve vincere da solo. Nessuno componente della Casta, che nell'immaginario del M5s è formata da tutti tranne Grillo, può contaminare la purezza del Movimento. Pena il crollo. Quindi, non una scelta che può cambiare ma l'unica possibilità per impedire che il Movimento si sfaldi. Solo Bersani non l'ha capito. Ma per riuscirci, in un paese tripolare, è indispensabile il ballottaggio, il duello diretto tra i primi due per l'intera posta della maggioranza parlamentare. Già lo si sospettava. Dopo Torino e le amministrative è diventato certo: il terzo arrivato (la destra in crisi) vota il secondo (il M5s) in odio al primo (il Pd o PdR).Torino (non l'anomalia di Roma) ha sconvolto i piani iniziali dell'universo grillino (Fatto compreso) quando s'era già scatenato sul No per dare una botta a Renzi. Si sono dovuti rifare i conti. Così quando Crocetta ha modificato la legge elettorale siciliana cancellando il ballottaggio c'è stata nell'isola un'insurrezione del M5s sostenuta a spada tratta dal Fatto Quotidiano.Ma il giro di boa è arrivato a ridosso di Ferragosto, quando gli italiani sono distratti dalle vacanze. Peter Gomez ha coraggiosamente affrontato Giampaolo Galli, deputato Pd, che aveva twittato: «L'Italicum è una buona legge, ma forse va cambiato. L'Italia non può permettersi un monocolore M5s». Il 13 agosto Il Fatto scatta in prima: «L'ultima del Pd: Cambiamo l'Italicum, se no vince il M5s». E in un lungo articolo Gomez fa a pezzetti Galli (come Gomez sa fare, e del resto Galli se l'era cercata) per difendere il diritto del M5s di votare con l'Italicum.Ma Gomez sa far benissimo i conti, e come tutti quelli che masticano un po' di politica sa che se vince il No il ballottaggio dell'Italicum viene cancellato pressoché in tempo reale. Quindi M5s e Fatto devono scegliere: o danno una mano a far vincere il Sì di Renzi o affossano i Grillini. Idem, per il motociclista Di Battista.Il calcolo è facile. Se vince il No, secondo l'indicazione degli scrittori Travaglio e Truzzi del "Perché No", l'Italia si troverebbe con Camera e Senato da eleggere con due diverse leggi elettorali: una ipermaggioritaria (l'Italicum) e l'altra iperproporzionale (il Consultellum). Camere con maggioranze matematicamente diverse che dovrebbero entrambe votare la fiducia al Governo come da vecchia Costituzione. Diventerebbe inevitabile, con la vittoria del No, un Governo per una nuova legge elettorale che in nessun caso potrebbe essere l'Italicum.Il foglio di Travaglio domenica pubblica in prima una vignetta di Natangelo che equivale a un editoriale. Di Battista guida una Vespa con dietro un passeggero, metafora del popolo grillino. Entrambi hanno il casco. Di Battista sul cui casco c'è scritto «Io dico No» polemizza col passeggero: «Non avevi un casco diverso? » perché su quello del passeggero c'è scritto: «Io dico sticazzi». Raffigurazione plastica di quel che sta accadendo nel M5s.Renzi s'è sempre opposto a modificare l'Italicum. Ha finto di aprire girando la questione al Parlamento. Ma fa ripetere ogni giorno a Delrio che non se ne parla neanche. Molti analisti non si spiegano il perché e rilanciano sull'arroganza del premier. Invece Renzi non vuole che il M5s, che ritiene disimpegnato e interessato a far votare Sì, si trasformi, con la caduta dell'Italicum, in un branco di iene impegnato a raschiare tutti i Sì che si trovano in giro. Ed è per questo che domenica ha rivelato in Toscana di aspettarsi sul referendum un bell'aiuto dal M5s. Chissà se prima o poi lo capiranno anche Cuperlo e Speranza?