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La Russa presidenza Senato
È un La Russa a tutto campo quello intervistato da La Stampa e che sul 25 aprile rilascia dichiarazioni che fanno polemica. «Anche lei come il presidente Meloni non ha mai avuto simpatie per le dittature, fascismo compreso?», chiede Paolo Cappannello. «Non mi sono posto il problema: la mia scelta per la libertà e la democrazie è sempre stata totale», risponde La Russa. Fino alle domande sul 25 aprile. «Con Pinuccio Tatarella e Gianfranco Fini, ho contribuito a scrivere le tesi di Fiuggi, ed era il 1995», spiega La Russa. «Già allora riconoscemmo il valore della lotta per la Libertà, con un' importante annotazione che riguardava una parte di quella Resistenza». Cioè quella comunista, «che non lottava per restituire all'Italia libertà e democrazia ma per un sistema certo non migliore di quanto era avvenuto col fascismo». Ed ecco la domanda. «Celebrerà il 25 aprile?», chiede Cappannello. «Dipende - risponde La Russa - Certo non sfilerò nei cortei per come si svolgono oggi». Questo perché, dice il presidente del Senato, lì non si celebra una festa della libertà e della democrazia ma qualcosa di completamente diverso, appannaggio di una certa sinistra». E poi sottolinea di non aver avuto difficoltà «a portare una corona di fiori al monumento dei partigiani al cimitero Maggiore di Milano». A La Russa risponde Anna Ascani, vicepresidente della Camera ed esponente del Pd. «Presidente La Russa, non "dipende" - dice Ascani - Il 25 Aprile lei lo deve celebrare perché senza quella data non sederebbe lì». E perché, continua, «se avessero vinto i fascisti non avremmo le istituzioni che abbiamo, non avremmo la democrazia». Di conseguenza, conclude su twitter, «quel sacrificio va celebrato e onorato, senza se e senza ma». Dello stesso avviso Arturo Scotto. «Stia al suo posto e onori lo scranno dove siede - scrive rivolto a La Russa - Non si metta a giocare con il 25 aprile che è una cosa troppo seria». Poi la precisazione di La Russa: «Il titolo dell'intervista è volutamente fuorviante - dice - la mia contrarietà è al modo in cui si festeggia».