Garante addio, via la regola dei due mandati. Il popolo sovrano del Movimento 5 stelle cancella Beppe Grillo con il 63,24% dei voti a favore. Oltre all'Elevato la base dei 88.933 iscritti spazza via anche una delle regole totem che ha guidato i pentastellati in questi anni nelle istituzioni: il vincolo del doppio mandato.

È un cambiamento epocale, una rivoluzione (“Nova”), una festa pure, per la platea dell'Assemblea costituente, che accoglie con un applauso quasi liberatorio soprattutto l'eliminazione della figura del garante. Tutto atteso, però. Al voto hanno partecipato in tanti al punto che tutti i 12 quesiti sottoposti alla base hanno superato il quorum del 50 per cento più uno degli aventi diritto, in tutto 88 mila 943.

«Non mi sarei mai aspettato, lo dico col cuore, di avere il nostro garante di traverso e a gamba tesa - dice Giuseppe Conte dal palco poco dopo -. Ci ha detto da subito, anche formalmente, che c'erano cose di cui non si poteva discutere. Questo ha creato un corto circuito. Mi è stata offerta la solita logica verticistica, caminetti. Mi sono sottratto».

E quindi, lo scontro, che lui non vuole, ma in cui finisce suo malgrado. Fino alla fine: qualche minuto prima della chiusura del voto online, Grillo (che non si presenta alla kermesse del Palazzo dei Congressi) pubblica una storia su Whatsapp in cui scrive: «Da francescani a gesuiti». Ma è l'ultimo coup de theatre, perché la scena è tutta del presidente.

Nell'intervento davanti al pubblico, Conte saluta con favore anche la scelta di definirsi “progressisti indipendenti”, ma soprattutto di andare avanti con le alleanze (l'81,20% dei votanti ne nega il divieto): «Per noi non è un dato pre politico, non è un fine ma un mezzo per un fine, per cambiare la società, combattere le battaglie giuste. Chiariamolo a tutto il sistema: siamo testardamente orientati a cambiare la società», afferma. 

Sulla regola del doppio mandato ormai superata con il 72,08% dei voti favorevoli, Conte ammette che si deve andare avanti «per una proposta 'cum grano salis',» l'indicazione che si vogliano «valorizzare esperienza e competenza» e non «combattere ad armi impari con altre forze politiche», però, è chiara. Così come è alla luce del sole che «il fuoco è vivo, non si è spento ed e ancora dentro di noi. Il Movimento 5 stelle non sarà mai una timida brezza, un soffio di vento, ma un vento fortissimo» perché «il nostro obiettivo è quello di cambiare il Paese, rimuovere gli ostacoli al cambiamento», dice ancora nel lungo intervento. «Con questa Costituente è stata tracciata una nuova rotta partendo dai bisogni della base», ma da domani è tempo di lavoro a tutti questi cambiamenti, uno su tutti: depennare Grillo.