Attacchi a Nordio, richiesta di dimissioni, De Andrè e premierato. C’era un po’ di tutto nella manifestaizone organizzta dalle opposizioni a Genova contro il presidente della Liguria, Giovanni Toti, raggiunto ieri da una nuova misura cautelare. 

La quale è arrivata proprio il giorno dopo che il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha definito in Aula la prima ordinanza «più complicata» della fenomenologia dello Spirito di Hegel, e poche ore prima della manifestazione intitolata “Liguria. Diritto al futuro”.

«Toti sta tenendo ai domiciliari anche questa regione e non è accettabile; mi domando che cosa aspetti Giorgia Meloni a chiedergli di fare un passo indietro per il bene di questa regione, per la dignità di questa istituzione - ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein - Non c’è alcun precedente in cui un governo ha tenuto a prendere polvere su una scrivania un atto dovuto come la richiesta di sospensione».

In piazza ci sono centinaia di persone, 38 gradi e un palco posizionato a pochi passi dalla sede della Regione. Per Schlein quelli di Toti sono stati «anni di demagogia e propaganda» mentre ora «è il momento di guardare al futuro». Cioè di pensare già al dopo, a una campagna elettorale in cui il campo largo sarà certamente unito.

Continui e ripetuti, da parte di tutti i leader del campo largo, gli attacchi al titolare di via Arenula, Carlo Nordio. «È la prima volta che un ministro della Giustizia si permette di valutare nel merito la bontà, la validità e la solidità di un provvedimento giudiziario - scandisce il leader M5S Giuseppe Conte - siamo qui senza voler condurre pubblicamente dei processi ma per rivendicare il primato della buona politica».

Conte urla al microfono, sa benissimo che le nuove accuse di finanziamento illecito a Toti per la campagna elettorale del sindaco di Genova Marco Bucci (non indagato) rischiano di affossare definitivamente il tentativo di “resistenza” del governatore ligure. «Ci hanno accusato, in Parlamento e in tv, di essere forcaioli, ma i forcaioli sono coloro che davano dei criminali a chi durante il Covid si è rimboccato le maniche - aggiunge l’ex presidnete del Consiglio - I forcaioli andateli a cercare nelle vostre case politiche, la Liguria non può aspettare». Per Conte «non ci si può permettere» di far passare il concetto che «tutto questo sia la normalità» e prendendo in prestito le parole del generale Vannacci dice: «sarà la vostra normalità, sarà la nostra diversità».

Poi tocca al leader di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni, che attacca di nuovo il ministro della Giustizia, oltre a Toti. «Se pensa che il provvedimento sia abnorme mandi gli ispettori e lasci in pace Hegel - ragiona al microfono - Non c’è dubbio che da parte nostra ci sia stato finora il massimo del garantismo, ma non c’è dubbio che le scene che abbiamo visto sono indecenti e non possono rimanere senza risposta: un presidente che viene arrestato e resta agli arresti domiciliari per mesi si dimette».

Fratoianni richiama poi i fatti di Venezia, con il sindaco Brugnato indagato assieme al suo assessore alla mobilità Renato Boraso, dimessosi poche ore prima. «C’è un problema di cultura politica - spiega Fratoianni - Basta con i finanziamenti alla politica in qualsiasi forma da chi ha rapporti di interessi con la pubblica amministrazione: è una battaglia di civiltà».

Sulla stessa lunghezza d’onda il leader dei Verdi e suo sodale, Angelo Bonelli. «Toti non può sequestrare la democrazia in questa Regione: elezioni subito - dice arringando la piazza - Noi poniamo una questione democratica: le accuse di alimentare la gogna sono irricevibili». Le affermazioni di Nordio sono definite «inammissibili» da Bonelli, perché «questa non è l’Ungheria di Orbán ma l’Italia democratica, antifascista e che crede nelle istituzioni» e il comportamento del Guardasigilli è «illiberale e degno di chi vive in una condizione di regime».

Nella piazza che conclude la manifestazione con Volta la carta di De Andrè c’è anche Azione, assenti invece Iv e Più Europa, con Magi che spiega i motivi della scelta. «Ci sono tante buone ragioni politiche per attaccare frontalmente Toti, dalla gestione della sanità a quella dei trasporti regionali, ma sono convinto non faccia bene alla democrazia spostare lo scontro politico sul terreno giudiziario - fa sapere Magi - Se Toti dovesse essere assolto dalle accuse non vorrei trovarmi ad avere tratto un vantaggio politico grazie a un'inchiesta infondata: dopodiché il clima è già esasperato e lo è anche per l'ipocrisia della destra di governo, garantista con gli amici e manettara con tutti gli altri».

Il centrodestra, unito, sta invece dalla parte di Toti. «La nostra posizione non cambia, vada avanti», spiega il deputato e coordinatore di Fratelli d’Italia in Liguria Matteo Rosso, mentre per il vicesegretario della Lega Andrea Crippa Toti «è un amministratore onesto ai domiciliari senza accuse chiare». Ancor più netto l’ex ministro Saverio Romano, coordinatore politico di Noi moderati. «Una sinistra così forcaiola - commenta - non si vedeva dai tempi di Trotsky.