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"Da oggi parte una lunga marcia per cambiare il Paese". Il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, lo dice a gran voce al suo arrivo a Pontida. "Anche senza soldi, ma con l'aiuto degli italiani, l'anno prossimo saremo a Pontida con una Lega e un centrodestra al governo, con l'Italia che riparte nel nome del lavoro, della sicurezza e soprattutto della democrazia". Sul palco del raduno leghista campeggia la scritta "Salvini premier" e il segretario si è riservato il momento di chiusura per il suo intervento. Salvini ha ribadito la convinzione che "qualche giudice vuole fermare un partito, magari rispondendo agli ordini di qualcun altro, ma non può mettere il bavaglio a un milione di militanti". E Silvio Berlusconi? "Non l'ho sentito - ha risposto il leader del Carroccio -, ma in questi giorni ho risposto poco al telefono". E sull'incredibile assenza di Bossi tra gli interventi dal palco, il fondatore e padre della Lega Nord, Salvini glissa: "Non c'è Bossi? No, ci siamo tutti. Ma nei momenti eccezionali parla uno" . Sul palco saliranno invece i tre governatori: Luca Zaia per il Veneto, Giovanni Toti per la Liguria e Roberto Maroni per la Lombardia. Nel pratone si sono radunate circa 50mila persone e sono 150 i pullman arrivati da tutta Italia. "Quando andremo al Governo, daremo mano libera a uomini e donne delle forze dell'ordine per darci pulizia e sicurezza", ha detto Salvini .Al Governo "cancelleremo la legge Mancino e la legge Fiano, le idee non si processano, queste cose si facevano in Urss". Secondo Salvini quelli del centrosinistra "si comportano come il regime negli anni Venti che imbavagliava" gli oppositori. "Chiamo a una reazione di orgoglio, di dignità e giustizia le migliaia di magistrati e giudici che fanno bene il loro lavoro, combattono la mafia e non vogliono fare politica". Salvini è tornato a chiedere all'ex magistrato Carlo Nordio di "dare una mano a riformare la giustizia" se il centrodestra andrà al Governo. Salvini non ha nascosto la sua velleità, definendosi più volte "il prossimo presidente del consiglio" nel suo intervento al raduno di Pontida. Lontano dal palco, Bossi si è sfogato: "Arrabbiato? Abbastanza. Salvini mi ha detto che non voleva farmi fischiare. Ma è un segnale che devo andarmene via". Così Umberto Bossi si è limitato a rispondere ai giornalisti mentre lasciava il raduno di Pontida gli hanno chiesto un commento sul fatto che per la prima volta non è stato previsto il suo intervento dal palco. In sua difesa, ha parlato Maroni: "Questo mi spiace, perché Pontida è Bossi. La decisione è stata presa dal segretario Matteo Salvini, ma per me Bossi a Pontida ha sempre diritto di parola". Così il presidente della Lombardia, Roberto Maroni, ex segretario della Lega, ha risposto sull'esclusione del fondatore Umberto Bossi dalla scaletta di Pontida.