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Dopo una giornata di passione e iniziative incrociate, la Giunta delle immunità del Senato ha votato sì al processo a carico del leader della Lega, Matteo Salvini, per sequestro di persona nel caso Gregoretti. Il presidente della Giunta, il forzista Maurizio Gasparri, aveva proposto di negare la richiesta di autorizzazione a procedere, contro hanno votato i 5 senatori della Lega su richiesta esplicita dello stesso Salvini, mentre a favore si sono espressi i quattro di Forza Italia e il parlamentare di Fratelli d’Italia. In caso di pareggio, tuttavia, il regolamento del Senato prevede che prevalga il “no”. La Giunta ha deliberato in composizione più che dimezzata, però. La maggioranza, infatti, ha deciso di disertare la seduta. «Non ci presenteremo in Giunta in quanto la convocazione di oggi è frutto di gravi forzature sia del presidente Gasparri che della presidente Casellati. Non ci presenteremo anche perché non sono state accolte le richieste di approfondimenti istruttori avanzate in Giunta. Siamo contrari all'utilizzo strumentale che il centrodestra sta cercando di fare delle istituzioni», è stata la spiegazione dei dem, 5 Stelle, Iv e senatori del gruppo misto in un comunicato congiunto. Infuriati i senatori leghisti: «La maggioranza non solo vuole processare Salvini, ma pretende anche di decidere come e quando», ha attaccato la senatrice Erika Stefani, che lega il voto in Giunta con quello emiliano: «La vera sentenza sarà emessa dagli elettori di Calabria ed Emilia-Romagna, e per smascherare l’ipocrisia della maggioranza voteremo sì al processo». Lo stesso ha fatto Salvini, impegnato in campagna elettorale a San Giovanni in Persiceto: «Vado in tribunale a testa alta a nome del popolo italiano. Se mi arrestano, devono trovare un carcere bello grande per tenerci dentro tutti», poi ha aggiunto, «Sono un cittadino normale che ritiene che i magistrati devono mandare in carcere spacciatori e mafiosi e non ministri che hanno difeso i confini del loro Paese». Le risposte a distanza arrivano dai due leader, Nicola Zingaretti e Luigi Di Maio. Il segretario dem ha detto che «Salvini ancora una volta fa uso politico della giustizia e sta costruendo un battage politico perché pretende l'impunità», mentre il capo politico del M5s ha attaccato: «Salvini è passato dal sovranismo al vittimismo. Lui lo sa che bloccare la Gregoretti fu una scelta sua».