Beppe Grillo ha tutte le ragioni di essere preoccupato, anzi ne ha più di quante non immagini. Non è per quelle innocenti reticenze della sindaca, o dell'assessora. Cose che capitano nei più specchiati movimenti. Non è neppure per la distrazione del delfino Di Maio. Il flusso della politica è tumultuoso, le notizie nel mondo globalizzato si affastellano. Non si può fare una colpa a nessuno se gli capita di leggere che l'assessora all'ambiente della prima città italiana è indagata per affarucci che coinvolgono il signore della spazzatura e quello cestina nello spam, pensando a una trovata pubblicitaria fra le tante. Cose che capitano anche queste, e chi è senza colpa scagli la prima pietra.Non sono neppure i rapporti interni ai vertici del Movimento che dovrebbero turbare il comico. Si sbranano, si avvelenano, si accoltellano alle spalle, si sgambettano, complottano, compongono e sciolgono alleanze nemmeno stessero giocando a Risiko. Ma questa è la politica, e lo sanno tutti che per quanto diverso un movimento posa essere alle regole del gioco almeno un po' sempre deve sottostare.Non è che non siano problemi, per carità, e tali da dover essere risolti il prima possibile o la notte della politica italiana smetterà di essere stellata, e in fondo non sarà un bene per nessuno. Ma non sono tali da far dire a ragion veduta la frase giustamente più temuta: "Sono come tutti gli altri".Invece la tendenza a far sapere al mondo proprio tutto quel che succede nelle riunioni al chiuso, non per consapevole scelta trasparente ma perché c'è sempre qualcuno che, un nanosecondo dopo aver stretto solenni patti del silenzio, appena voltato l'angolo corre a cantarsela col giornalista amico, quello sì che è un segnale da allarme estremo. Altro che Movimento blindato, opaco, quasi settario. Qui non c'è mail che non approdi sui giornali al momento giusto. Non c'è riunione segreta, che non figuri sui giornali in bella vista la mattina dopo. Non c'è sms che non finisca sulle scrivanie dei "prezzolati di regime" ufficialmente detestati. Succede a tutti, sia chiaro e se non proprio da sempre quasi. Da questo punto di vista centrodestra e centrosinistra sono stati identici: colabrodi l'uno e l'altro. L'interesse della singola cordata a passare carte e informazioni per danneggiare i clan rivali ha sempre fatto premio su tutto. E' quel che fanno tutti, appunto, e proprio per questo, se lo fa anche la sua creatura, Beppe Grillo dovrebbe capire che è arrivata l'ora di correre ai ripari. Oppure, di chiacchiera in chiacchiera, le sue stelle si spegneranno davvero.