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La Consulta ha deciso:l’election day si faràUrne il 20 e 21 settembrela corte costituzionale dichiarati inammissibilii tutti i ricorsi presentati Via libera all'election day del 20 e 21 settembre. Il semaforo verde arriva dalla Corte costituzionale che ha dichiarato inammissibili i 4 conflitti di attribuzione che erano stati sollevati sul taglio dei parlamentari e sul relativo referendum e sull' abbinamento della consultazione con le elezioni per il rinnovo di sette Consigli regionali. A proporre i conflitti erano stati il Comitato promotore per il no, la Regione Basilicata, il senatore Gregorio De Falco. E proprio con riferimento al ricorso presentato dal senatore De Falco nei confronti del Senato, del Governo e del Presidente della Repubblica, la Corte Costituzionale, relatore il giudice Nicolò Zanon, ha ritenuto che "esponesse, in modo confuso e incoerente, critiche alla legge elettorale, alla riforma costituzionale, all'accorpamento delle consultazioni, all'utilizzo dei decreti legge e, infine, al procedimento di conversione in legge degli stessi, sovrapponendo argomenti giuridico-costituzionali tra loro ben distinti". Inoltre, "pur sostenendo la violazione di plurimi principi costituzionali inerenti sia il procedimento legislativo sia quello di revisione costituzionale, il ricorso non ha chiarito quali attribuzioni costituzionali del singolo parlamentare siano state in concreto lese nel corso di questi procedimenti". Perciò è stato giudicato inammissibile. Infine, con il conflitto promosso da +Europa, nella sua veste di partito politico, veniva contestata in particolare la previsione contenuta nel dl n. 26 del 2020 che riduce a un terzo il numero minimo di sottoscrizioni richiesto per presentare liste e candidature nelle elezioni regionali. Secondo +Europa, omettendo di prevedere, in favore dei partiti già presenti in Parlamento, una deroga all'obbligo della raccolta delle sottoscrizioni, il legislatore avrebbe leso le sue attribuzioni costituzionali in quanto partito politico. L'inammissibilità del conflitto, relatrice Daria De Pretis, deriva per la Consulta dal "difetto di legittimazione della ricorrente associazione, in base alla costante giurisprudenza costituzionale che nega ai partiti politici la natura di potere dello Stato".L’ordinanza della Corte Costituzionale sarà dunque depositata oggi.