Dopo un'estate rovente di polemiche, Forza Italia conferma che, almeno per ora e almeno sullo Ius scholae, non ha intenzione di rompere col resto della maggioranza. Al primo voto parlamentare sulla cittadinanza, infatti, il partito di Antonio Tajani non ha votato gli emendamenti dell'opposizione al ddl sicurezza (attualmente in esame in aula a Montecitorio) che si richiamavano apertamente alle proposte lanciate dagli azzurri nelle scorse settimane, che avevano fatto irritare la premier Giorgia Meloni e suscitato la dura reazione di Matteo Salvini.

Nella fattispecie, un emendamento presentato da Azione, per esplicita ammissione del leader Carlo Calenda, ricalcava quanto anticipato da Tajani sulle modifiche che Fi vorrebbe introdurre, prevedendo la concessione della cittadinanza italiana per i ragazzi che abbiano completato due cicli di istruzione.

In realtà, la rassicurazione che i suoi parlamentari non avrebbero votato assieme al centrosinistra su un tema sensibile come questo, era stata da Tajani in persona a Meloni nel corso del vertice dei leader di centrodestra di fine agosto a Palazzo Chigi, al quale era presente anche il segretario leghista. Giungendo alla Camera per il question time , il ministro degli Esteri ha spiegato la scelta: «Come abbiamo sempre detto, la riforma sulla cittadinanza non è un giochetto da risolvere con emendamenti o con astuzie parlamentari. Serve un dibattito serio. Non ci prestiamo», ha aggiunto, «a giochi di basso livello perché questo sono. Noi siamo il centrodestra e presenteremo una nostra proposta sulla cittadinanza. Nessun passo indietro».

Poco prima, in aula il deputato azzurro Paolo Emilio Russo aveva parlato di una «riforma complessiva che merita più considerazione di un emendamento inserito all'ultimo in un provvedimento che si occupa di tutt'altro».«A Fi», ha concluso, «interessa il risultato e sul nostro testo intendiamo ritrovare il consenso più ampio». Una proposta, però, che verosimilmente potrà essere calendarizzata nel nuovo anno, dopo la sessione di bilancio, e che difficilmente potrà trovare dei varchi in un'attività parlamentare normalmente intasata da atti e decreti governativi, spesso in pericolo di decadenza.

Come prevedibile, la mossa di Forza Italia ha innescato le reazioni polemiche dei partiti di minoranza, i quali hanno accusato gli azzurri di aver bluffato, non avendo in realtà alcuna intenzione di andare avanti su questa strada, ben sapendo che metterebbe a rischio la stabilità dell'esecutivo.

Il più caustico è stato Calenda: «Dopo un'estate in cui Fi ha parlato solo di ius scholae», ha scritto il leader di Azione, «oggi Fi ha votato contro lo Ius scholae, esattamente lo stesso che aveva proposto. Noi presenteremo una proposta di legge identica. Votare contro la sua stessa proposta», ha concluso, «è una follia». «Il sostegno di Forza Italia allo Ius Scholae», ha dichiarato il dem Matteo Ricci, «era tutto un bluff: dopo settimane di chiacchiere, alla prima occasione votano contro all'emendamento dell'opposizione per approvarlo. L'ennesima promessa mancata», ha concluso, «l'ennesima occasione persa».

M5s non si è limitata a criticare le scelte di Fi, ma ha chiesto, nel corso della riunione dei capigruppo della Camera, la procedura d'urgenza per il proprio pdl sullo ius soli e lo ius scholae dopo un solo ciclo di studi di cinque anni. La richiesta sarà messa ai voi stamani in aula, e molto probabilmente verrà bocciata. «Erano talmente convinti della propria posizione», ha osservato la parlamentare pentastellata Vittoria Baldino, «che sono bastati i diktat della premier Meloni e del ministro Salvini per farli crollare e votare contro gli emendamenti che avrebbero introdotto questo strumento di civiltà e progresso».

Nel perimetro della maggioranza, soddisfatto ovviamente il Carroccio: «Mentre Matteo Salvini sta subendo un processo politico», ha dichiarato Igor Iezzi, «per aver difeso i confini da ministro dell'Interno, come promesso in campagna elettorale, la sinistra vuole aprire le porte a chiunque. La Lega fermerà, come ha già fatto in passato, ogni tentativo in questa direzione. Non a caso stiamo preparando una proposta di legge che va verso una maggiore severità nel rilascio delle cittadinanze. Vogliamo sperare che tutto il centrodestra», ha concluso, «ci segua in questa battaglia di civiltà per il nostro Paese. Tutti, nessuno escluso».