Dopo un’estate di tira e molla con la Lega, Forza Italia ha messo nero su bianco la sua proposta per modificare l’attuale legge della cittadinanza, introducendo lo Ius scholae. Gli azzurri si dicono convinto del diritto ad acquisire la cittadinanza dopo aver concluso con profitto la scuola dell’obbligo, anche per i non nati in Italia, quindi dopo dieci anni di percorso scolastico.

La proposta è arrivata dopo una riunione piuttosto discussa tra i parlamentari forzisti, alla quale non ha però preso parte il segretario, Antonio Tajani, partito per Bonn con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il testo, che sarà messo a punto e sottoposto agli alleati, prevede anche una restrizione a due generazioni, quindi al massimo ai nonni, per la possibilità di acquisire la cittadinanza per Ius Sanguinis, i cosiddetti oriundi. Il terzo punto qualificante della proposta è la volontà di accorciare da tre a massimo un anno i tempi per le verifiche per chi chiede la cittadinanza dopo dieci anni di residenza.

Ma il problema principale sarà proprio far digerire il disegno a Lega e FdI, visto che il Carroccio, a riunione ancora in corso si affrettava a ribadire la propria contrarietà a qualsiasi tipo di cambiamento dell’attuale legge in vigore.

«Una riflessione che abbiamo fatto all’interno della maggioranza è che la normativa sulla concessione della cittadinanza va bene così com’è - ha detto il leader della Lega Matteo Salvini - Non si sente nessuna necessità né numerica, né sociologica, né pragmatica di cambiare la norma che concede le cittadinanze: siamo i primi in Ue con la normativa vigente, non si capisce perché si dovrebbero ridurre i tempi o cambiare le modalità per la concessione della cittadinanza». Per il vice di Meloni qualsiasi modifica alla cittadinanza «rischia di essere un altro fattore di attrazione per l’immigrazione irregolare».

Ancor più duro il suo vice, Andrea Crippa, per il quale «finché la Lega sarà al governo non passeranno né Ius scholae né Ius soli» perché «non c’è bisogno di regalare la cittadinanza agli stranieri». E se FdI cerca di rimanere ai margini, con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni che ha fatto sapere che la legge «va bene così com’è» ma senza attaccare direttamente Forza Italia, quella tra leghisti e azzurri rischia di diventare una battaglia piuttosto delicata da gestire per l’inquilina di palazzo Chigi.

Fi sembra infatti intenzionata ad andare fino in fondo, visto anche il dibattito attorno al quesito sulla cittadinanza che punta a dimezzare i tempi per ottenerla e sul quale sono state appena raggiunte le 500mila firme necessarie per l’avvio dell’iter referendario. Fi è contraria a quel referendum, ma con la proposta sullo Ius scholae ha piantato la sua bandierina sul tema.

«Siamo contrari a quel referendum ma sulla nostra proposta andiamo avanti - hanno detto i capigruppo di Forza Italia di Camera e Senato, Paolo Barelli e Maurizio Gasparri - Siamo per la lotta alla immigrazione illegale e contro i mercanti di uomini, ma occorre renderci conto di una situazione che vogliamo affrontare». Per Gasparri «la cittadinanza regalata dopo 5 anni è una follia» ma la Lega è «meno aperta sul tema», mentre sulle divergenze con gli alleati, Barelli ha spiegato che «Tajani ha detto che se c’è un testo si ragiona con la premier, e nella scorsa legislatura FdI era d’accordo su una modifica di questo tipo».

Per Barelli «l’attuale legge prevede la cittadinanza automatica a 18 anni per chi è nato qui, e dieci anni di attesa per chi non è nato qui, si deve consentire anche a chi non è nato qui di ottenerla con un ciclo scolastico di dieci anni, perché non ci siano differenze ad esempio tra un bambino arrivato in Italia a due anni e il fratellino nato qui».

Ma nella polemica tra i due alleati di governo si inserisce anche l’opposizione, che sente, come si dice in gergo, “l’odore del sangue”. «Crediamo che il referendum sulla cittadinanza sia un’ottima iniziativa, ma in questo momento abbiamo la maggioranza sullo Ius scholae, quindi direi di non perdere questa occasione - ha detto il capogruppo del Movimento cinque stelle alla Camera, Francesco Silvestri, parlando coi cronisti vicino Montecitorio - Per una volta che a livello parlamentare una forza di maggioranza e tutta l’opposizione sono compatte su una soluzione per la cittadinanza, o almeno così sembra a parole, rimaniamo compatti sul grande risultato che possiamo ottenere».

Le parole di Silvestri arrivano dopo la “non firma” di Giuseppe Conte al quesito proposto da Più Europa, gesto che ha fatto alzare più di un sopracciglio agli altri partiti di centrosinistra, a cominciare dal Pd di Schlein che, a sua volta, rilancia con lo Ius soli.