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Giorni caldissimi per la discussione in commissione Giustizia al Senato del ddl Zan, la legge contro l'omotransfobia già approvata alla Camera e che sta aspettando l'ultimo via libera da palazzo Madama. Dopo la nota verbale del Vaticano in cui la Santa sede chiedeva espressamente modifiche ad alcuni articoli del disegno di legge, il dibattito si è polarizzato più di quanto non fosse già e coinvolge principalmente il segretario del Pd, Enrico Letta, che propone di votare la legge così com'è, e quello della Lega, Matteo Salvini, che chiede modifiche. In mezzo c'è Matteo Renzi, che con il suo partito sta cercando di trovare un punto di caduta proponendo modifiche agli articoli 1, 4 e 7, quelli più contestati. Italia Viva ha proposto un emendamento che avvicina il testo del ddl Zan a una proposta di legge contro l’omotransfobia che aveva presentato nella precedente legislatura il deputato Ivan Scalfarotto. Nella formulazione originale del ddl Zan, l'articolo 1 parla di discriminazioni «sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere o sulla disabilità». Nella proposta dei renziani i motivi di discriminazione previsti sarebbero più semplicemente quelli «fondati sull’omofobia o sulla transfobia». Iv chiede poi di sopprimere l'articolo 4, quello accusato da destra di mettere un bavaglio alla libertà d'espressione, con il senatore di Italia Viva, Davide Faraone, che spiega che la libertà d'espressione è giù tutelata in Costituzione e non servono ulteriori provvedimenti. C'è poi l'articolo 7, quello che istituisce la giornata nazionale contro l'omofobia, contestato dalla Chiesa e sul quale Italia Viva propone di aggiungere la frase «nel rispetto della piena autonomia scolastica», andando incontro alle richieste del Vaticano. Gli emendamenti di Italia Viva saranno discussi in commissione la prossima settimana, poi si tenterà un'ultima mediazione che, se finirà con un nulla di fatto, porterà alla calendarizzazione e al voto segreto in Aula. Voto che secondo i renziani potrebbe affossare la legge e per questo «è meglio un compromesso che faccia arrivare in fondo la legge». Ma lo stesso Zan ha ricordato che alla Camera, pur con il voto segreto, la legge «è stata approvata a larga maggioranza, anche da pezzi di centrodestra» aggiungendo che «questa non è una legge su cui si possa fare qualsiasi mediazione, perché stiamo parlando dei diritti umani».