«C’è la possibilità che Israele, avendo vinto militarmente, avendo colpito la mente della strage del 7 Ottobre e quindi la mente di Hamas, possa sentirsi appagato e guardare con più disponibilità al cessate il fuoco a Gaza, ottenendo in cambio la libertà per gli ostaggi che sono ancora nelle mani dei terroristi». Lo dice a Il Giornale il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, sottolineando come «noi insistiamo per questo con Israele e con il Libano, puntando anche al cessate il fuoco in Libano». «Credo che per arrivare a un accordo sia utile accelerare anche i tempi per l’elezione del nuovo presidente libanese», che «può diventare un interlocutore valido e autorevole per Israele», afferma, dopo aver ribadito come l'obiettivo della sua missione sia «lavorare per la pace e per arrivare al cessate il fuoco sia in Libano che a Gaza».

Sulla Missione Unifil evidenzia che «deve essere rinforzata, dobbiamo lavorare già da adesso a quella che potremmo chiamare Unifil 3». «Devono essere cambiate le regole di ingaggio per dare più capacità di intervento, dovremo farlo con l’accordo delle parti - aggiunge - Credo che la soluzione per garantire la stabilità deve essere creare un “cuscinetto” Unifil tra il confine israeliano fino al fiume Litani verso nord. Dal fiume, salendo ancora verso nord, l’esercito regolare libanese. Ancora più a nord gli Hezbollah. Si tratta di creare un doppio cuscinetto: Unifil, esercito libanese e poi Hezbollah. Questo anche per dare allo Stato libanese potere sul suo territorio, e in questo rafforzare il ruolo e la capacità delle forze armate libanesi è decisivo». 

Bisogna, insiste il titolare della Farnesina, «lavorare anche per definire con certezza anche una linea di confine terrestre tra Israele e Libano che sia riconosciuta da tutti». E, conclude, «i Paesi arabi sono fondamentali» e «Paesi come l’Arabia Saudita, gli Emirati, il Qatar, l’Egitto, la Giordania possono essere elementi di pacificazione dell’area». 

Passaggio anche sulla questione migranti, dopo il caso di questi giorni. «Vedo una Francia che sta guardando con sempre maggiore attenzione, attraverso il suo governo, ad una linea di fermezza per contrastare l’immigrazione irregolare – ragiona Tajani .- Abbiamo visto una Francia molto aperta al confronto alla collaborazione con l’Italia, molto attenta alla necessità di affrontare anche i temi delle migrazioni. Il nostro modello è seguito da molti, compresa la Von der Leyen. E attenzione: l'Albania non è il Ruanda, l’Albania è un Paese candidato a entrare nell’Unione Europea che ha scelto di condividere i nostri problemi».

«La democrazia si basa sulla tripartizione dei poteri: legislativo, giudiziario ed esecutivo – insiste ancora –Ce l’ha insegnato Montesquieu. Per questo avevo detto a qualcuno della sinistra che farebbe bene a rileggere Montesquieu. Se uno di questi poteri scavalla il proprio confine c’è un problema. È un problema istituzionale, non è un problema di destra o sinistra. La magistratura deve applicare la legge, non può cambiarla. Non può decidere se una legge è giusta oppure no. Sono leggi approvate dal Parlamento».